Due militari del servizio forestale sono stati sollevati dai propri incarichi per una serie di accuse, tra le quali anche il furto di un tavolo dall’Hotel Rigopiano
Una giornata particolare quella vissuta a Farindola, comune in provincia di Pescara in Abruzzo. Qui i Carabinieri della sezione di Penne hanno emesso un’ordinanza cautelare di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio sul conto di due militari Forestali. Il Maresciallo Capo e un Appunto Scelto svolgevano un servizio di sorveglianza in servizio presso il Nucleo Carabinieri Parco di Farindola.

A questi sono state contestate alcune condotte illecite che avrebbero commesso mentre svolgevano le proprie mansioni lavorative. A emettere la restrizione è stato nelle scorse ore il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara, Giovanni De Rensis.
Una decisione presa dopo una lunga indagine che si è svolta nel periodo compreso tra ottobre e dicembre del 2024, diretta e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Pescara, Anna Benigni. Questa indagine, nata da una precedente segnalazione, ha messo in mostra alcuni illeciti che sono stati commessi dai due militari.
In seguito a questa i Carabinieri di Penne si sono quindi mossi attraverso attenti servizi di osservazione e pedinamento, arrivando a raccogliere quelle che possono essere considerate prime e concrete prove delle accuse che sono state precedentemente formulate contro i due imputati. Al termine dell’investigazione hanno rimesso l’informativa al Pubblico Ministero, che ha formulato i capi d’imputazione.
Le accuse
Ma quali sono le accuse mosse nei confronti dei due militari Forestali? Stando a quanto emerge, questi sarebbero rei di aver svolto turni di servizio fittizi, indennità ed ore di straordinario regolarmente segnate ma non effettuate, attività non istituzionali effettuate durante l’orario di servizio.

Tutte accuse che sono poi state confermate dalle indagini svolte qualche mese fa. Ma non solo. A queste si sono aggiunte, anche per uno dei Carabinieri, l’assenza dal servizio, giustificata da certificato medico, per partecipare ad una gita organizzata. Uno degli aspetti più gravi dei quali sono accusati, però, è senza dubbio l’accusa di furto aggravato di un tavolo dalle macerie dell’Hotel Rigopiano.
Quest’ultimo, sarebbe stato rubato, ristrutturato e posto all’interno dell’abitazione di uno dei due indagati, abitazione all’interno della quale è stato anche ritrovato e, ovviamente, sequestrato dalle forze dell’ordine nel corso dell’indagine, nel 2024.
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Dopo esser stati sollevato dai propri incarichi, ora i due militari ne dovranno rispondere pubblicamente anche alla Procura Militare di Roma. Quest’ultima, infatti, è quella competente per i reati propri degli appartenenti alle Forze Armate che possiedono nel loro status una responsabilità e l’assoluto dovere giuridico e morale di rispettare le leggi.





