Tempi sempre più duri per gli autovelox, la Corte di Cassazione è nuovamente intervenuta in materia limitando ulteriormente la gestione delle multe.
La diatriba in materia di autovelox va ormai avanti da anni in Italia; tutto nasce dall’interpretazione di omologazione/approvazione che nasce con l’attuazione del Codice della Strada del 1992. Da allora autovelox in funzione ma essenzialmente non omologati. Ci sono poi state le più recenti modifiche al Codice volute dal ministro Salvini che hanno riacceso il dibattito: una serie di circolari, ricorsi e sentenze che hanno reso tutto ancora più caotico. Ora la Cassazione interviene nuovamente in materia.
Le sentenze della Corte di Cassazione in materia non sono certo una novità e più di recente -con l’ordinanza 26553/2024 dell’11 ottobre scorso- è intervenuta nuovamente sulla questione, questa volta per regolamentare la gestione delle multe legate però alla decurtazione dei punti dalla patente.
Fino a questo momento la decurtazione dei punti avveniva immediatamente; nel senso che le autorità comunicavano quanto prima i dati del soggetto mutato per avviare la procedura di riduzione dei punti dalla patente di guida. La Cassazione ha essenzialmente bocciato anche questa procedura e sottolineato che tale procedura deve essere avviata solo successivamente.
Seconda quanto stabilito di recente dalla Corte di Cassazione, quindi, cade l’obbligo di tagliare i punti dalla patente del conducente multato. Dopo il caos sull’omologazione degli apparecchi, ora la Corte blocca un altro procedimento: la comunicazione dei suoi dati per l’avvio della procedura deve avvenire solo in un secondo momento e cioè se, a seguito di ricorso presentato, c’è sentenza avversa.
Quello che succederà nei fatti d’ora in avanti è che la richiesta di decurtazione dei punti dalla patente a seguito di multa su segnalazione di autovelox sarà congelata se il guidatore presenta ricorso. Si dovrà allora attendere la conclusione del procedimento amministrativo per tagliare effettivamente i punti.
La logica dietro la sentenza della Corte sta nel fatto che se l’autorità giudiziale annulla il verbale di infrazione, accettando quindi il ricorso, viene meno anche la violazione all’articolo 126 bis, comma 2, del Codice della Strada e che riguarda proprio l’obbligo di comunicazione dei dati personali del conducente. Insomma se non c’è più infrazione non c’è necessità di decurtazione dei punti.
I dati vanno comunicati solo nel caso in cui il ricorso sia respinto; in quel caso infatti si riconosce l’infrazione e di conseguenza il conducente deve subire tutte le conseguenze del caso. Si tratta comunque di una sentenza che va a ridimensionare ulteriormente il potere degli autovelox, il cui utilizzo è sempre più restrittivo.