Ennesimo gravissimo episodio quello che si è verificato nel nosocomio del capoluogo abruzzese ancora una volta ai danni del personale paramedico
Medici e infermieri aggrediti e personale sanitario in fuga dagli ospedali, in particolare dai pronto soccorso, dove il più delle volte si registrano gli episodi più gravi. È la fotografia drammatica della situazione di molti ospedali italiani e da nord a sud le aggressioni verbali e fisiche sono ormai all’ordine del giorno, scatenando la protesta del personale medico e paramedico stanco di una vita in trincea.

L’ultimo di questi episodi si è verificato a L’Aquila, presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese, dove a farne le spese sono stati questa volta gli stessi operatori sanitari, costretti a ricorrere a loro volta alle cure mediche per le percosse ricevute nell’atrio del reparto. Una situazione davvero insostenibile che deve essere stroncata al più presto con provvedimenti mirati.
LEGGI ANCHE: Pescara, attimi di tensione al cantiere: “Ci buttiamo giù…”
Troppi casi simili
La situazione oramai si è fatta esplosiva. Sono praticamente quotidiane le segnalazioni e le denunce da parte del personale medico e paramedico di aggressioni da parte di pazienti o parenti di pazienti incuranti della situazione in cui versano il più delle volte gli stressi ospedali. Secondo l’ultimo monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e socio-sanitarie, nel 2023 sono state segnalate oltre 16mila aggressioni nelle quali sono stati coinvolti circa 18mila operatori.

Di queste, due terzi hanno riguardato donne, il 68% sono state di tipo verbale e la categoria più colpita è stata quella degli infermieri. Il maggior numero dei casi si sono verificati al pronto soccorso, in area degenza e presso i servizi psichiatrici. E proprio dal reparto di psichiatria dell’ospedale San salvatore de L’Aquila è arrivata nei giorni scorsi la denuncia dell’ennesimo caso di violenza contro tre infermiere.
LEGGI ANCHE: Nuova patente, cambia tutto: dall’Europa regole difficili da interpretare
Aggredite a calci e pugni
In un reparto già al limite del collasso e con i solti problemi che attanagliano tutti gli ospedali italiani, la furia di un paziente di 22 anni agli arresti domiciliari, ma ricoverato da due mesi, si è abbattuta su tre infermieri, due uomini e una donna, finiti al pronto soccorso con i primi due che hanno riportato la frattura del setto nasale e un dito uno e la lussazione della spalla il secondo, e con la donna raggiunta invece da un calcio che le ha procurato un ematoma a una gamba.

Una situazione incandescente che ha scatenato l’ira e la protesta del personale di un reparto che versa davvero in condizioni precarie. Il reparto infatti è al limite del collasso, con il personale sanitario esposto a rischi quotidiani e una Direzione che continua a ignorare le richieste di intervento. Secondo le stime effettuate da alcune sigle sindacali nel reparto ci sarebbero, secondo i vari turni, soltanto 4 infermieri con almeno dieci pazienti da gestire, una situazione quindi alquanto compromessa che mette sistematicamente a rischio l’incolumità del personale durante i turni di lavoro.





