Milioni di italiani a letto con l’influenza dopo le feste di Natale, ma alle porte ci sono virus e infezioni che potrebbero essere ancora più pericolose
Dopo la flessione dovuta alla chiusura delle scuole e dopo le feste natalizie l’incidenza dei malati da sindrome influenzale è tornata a salire arrivando a 11,3 casi per mille assistiti. Maggiormente colpiti risultano essere i bambini sotto i cinque anni di età, anche se l‘incidenza è stabile nelle fasce di età pediatrica, mentre è in aumento nei giovani adulti e negli anziani. E anche se oggi risultano a letto circa 5 milioni di italiani, le temperature miti di questa prima parte dell’inverno stanno comunque ritardando il picco rispetto allo scorso anno.
L’H3N2 di origine australiana, l’aviaria dagli Stati Uniti, il Metapneumovirus umano (HMPV) dalla Cina, il vaiolo delle scimmie, residui di Covid in Europa. Diciamo che anche quest’anno a livello di virus influenzali non ci stiamo facendo mancare nulla e sono tanti i ceppi tutti diversi tra loro che potrebbero minacciare l’uomo nelle varie parti del mondo.
Non è una semplice influenza
L’inverno è nel vivo, e l’Italia si trova ad affrontare i classici virus influenzali. Al momento, oltre 5 milioni di persone sono a letto, con una maggiore incidenza tra i bambini. E proprio un ceppo del virus respiratorio sinciziale, un virus comune dell’apparato respiratorio che provoca sintomi simili al raffreddore, sta colpendo principalmente i bambini e i neonati, causando bronchiolite e polmonite. Anche se secondo gli esperti non siamo ancora arrivati al picco dell’influenza stagionale, le festività natalizie hanno fatto da volano ai contagi, che sono sensibilmente aumentati proprio in coincidenza con l’entrata del nuovo anno solare.
L’inverno assolutamente al di sopra delle temperature medie del periodo, però, potrebbe aver spostato l’apice del picco influenzale. Insomma, il peggio probabilmente deve ancora arrivare. Ma la cosa che forse comincia a preoccupare di più i virologi è la scoperta di tanti ceppi diversi di virus nel mondo che, se dovessero arrivare alle nostre latitudini potrebbero causare davvero dei problemi, tanto da dover ricorrere a provvedimenti anche drastici come ai tempi della pandemia.
Diversi virus in azione
Una novità, ma allo stesso tempo un problema di questa stagione influenzale, rispetto al 2024, è rappresentata dalla presenza di vari virus respiratori, tutti diversi tra loro. “Al momento, la diffusione della malattia è inferiore rispetto alle previsioni di inizio stagione“, spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, “non si è verificata la prevalenza del virus che temevamo maggiormente, ovvero l’H3N2 di origine australiana. Attualmente osserviamo una co-circolazione di questo virus e dell’A/H1N1, che provoca effetti meno gravi. A complicare il quadro, però, ci sono altri virus respiratori come il sinciziale, l’adenovirus e il Covid, che nonostante una minore aggressività rispetto al passato è ancora presente. Con l’imminente riapertura delle scuole e l’arrivo di un’ondata di gelo, prevediamo un aumento dei casi di malattie simil-influenzali, con il picco atteso entro la fine di gennaio“.
Le varianti emerse ora alimentano una nuova allerta sanitaria e i timori per la possibile diffusione globale di un patogeno potenzialmente molto pericoloso. I casi sono stati rilevati in Cina, cinque di un nuovo ceppo di Mpox, il vaiolo delle scimmie. Intanto negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso di un paziente che aveva contratto l‘influenza aviaria e proprio quello americano è il caso che preoccupa di più, l’uomo di 65 anni è stato contagiato da un animale da cortile, molto probabilmente un volatile.