E’ stata lei, infatti, l’ospite d’onore dell’ evento “Oltre la disabilità tutto è possibile” che si è tenuto oggi al Kursaal, proposto dalla scuola giuliese. Sorda dalla nascita, la testimonianza di Carmen Diodato, sul palco dello storico palazzo sul lungomare, è stata resa non solo a parole, ma con lo sguardo, il sorriso e soprattutto con i fatti, con una storia personale che la vede più forte della sua disabilità, vincente sui pregiudizi e sui limiti che la natura può imporre al corpo ma non alla testa.
L’iniziativa, organizzata con una cura ed una passione enormi dalla professoresse Laura Gregori, Costanza Ancora e Morena Censori, è scivolata piacevolmente, con una leggerezza accattivante. Presentatori per un giorno sono stati gli studenti Gabriel Licciardello e Alessio D’Ilio; a dare il giusto ritmo all’incontro, hanno invece pensato Marco Ciabattoni, Federico Diodati e Giordano Costantini, vulcanici amici del gruppo Panorama. Carmen Diodato, intervenuta con il fidanzato Mirko Lo Coco, è stata intervistata da Elena D’Angelo, l’alunna a cui va attribuita la provvidenziale “responsabilità” di aver ispirato e motivato l’iniziativa.
Determinata ma con grazia, assertiva ma affabile, Carmen Diodato ha raccontato di sé, risposto alle domande, duettato disinvolta con il suo compagno di vita.
Ha detto delle scarpette da ballo di quand’era bambina, del profumo e delle vibrazioni del pavimento di legno su cui ha mosso i primi passi di danza, dell’ auto di famiglia e di quel giorno che si fermò sulla neve di Praga, delle tante, tantissime audizioni dove la disabilità, taciuta, non ha contato nulla. Una storia lunga poco più di trent’anni, ma piena di aneddoti, di consigli, di esortazioni. “Se vuoi, puoi”, il motto lasciato ai ragazzi. In una mattinata perfetta, gli studenti del Crocetti- Cerulli hanno sperimentato che inclusività, volontà, empatia, emozioni, sono parole chiave per mettere se stessi al timone dei propri giorni.
Entusiasta il Vice Sindaco Lidia Albani, che ha portato i saluti dell’ Amministrazione Comunale ma che soprattutto, da assessore alla Pubblica Istruzione, ha portato il suo plauso, insieme alla commozione per essere stata spettatrice di una lezione che non si legge sui libri ma che può essere realizzata da una scuola che, quando osa e rompe gli schemi, riesce anche a meravigliare, ad essere “come dovrebbe essere”.