Giulianova. Nell’ultimo consiglio è stata presentata dall’amministrazione Costantini una strana variante per l’ex Moma. Si tratta di un’area di circa 6000 mq sul lungomare dove è prevista la costruzione di un albergo.
Questa destinazione d’uso fu concessa nel 2006 con una variante che collocò l’area in zona E5 che disciplina le attività ricettive aventi destinazione alberghiera.
Occorre sapere che il maggiore indice edificatorio e le maggiori altezze realizzabili nel PRG sono proprio attribuiti alla zona E5 che ha un indice di 1,60 mq/mq e un’altezza di 24 metri. Questi parametri urbanistici sono senz’altro giustificati per la realizzazione di un nuovo hotel che naturalmente deve avere le sufficienti dimensioni per risultare competitivo e remunerativo. Non sono giustificati quando invece si vuole fare altro come nel caso della variante presentata nei giorni scorsi per l’area che si trova accanto alla colonia Rosa Maltoni.
A dirlo è il gruppo di opposizione, Il Cittadino Governante
In sintesi ecco cosa è stato proposto:
Pur mantenendo l’area dell’ex Moma all’interno della zona urbanistica E5 è stata concessa alla proprietà anche la possibilità di realizzare con un indice di 0,95 mq/mq il 50 % della superficie edificabile con destinazione residenziale e il 50% con destinazione a ricettività turistica extralberghiera conservando la possibilità di costruire fino a 24 metri di altezza. Il sindaco addirittura ha riferito di essere stato sollecitato dalla proprietà a fare la variante ed ha affermato di averla trovata, bontà sua, migliorativa.
Nel dibattito consiliare abbiamo sollevato le seguenti obiezioni:
1) È una grande anomalia quella di concedere ad personam delle possibilità che non vengono concesse agli altri proprietari di aree in E5.
2) Non c’è nessun proprietario nel territorio giuliese che pur trovandosi in una determinata zona urbanistica del PRG abbia la possibilità di usufruire di opzioni contenute in altre zone urbanistiche.
3) È comprensibile che nel tempo ci sia stato un ripensamento da parte del proprietario che aveva deciso di realizzare un hotel ma perché viene concessa una variante così anomala – una variante che stravolge le regole e la logica, probabilmente illegittima – alla nuova proprietà?
4) E gli altri proprietari che stanno nella E5? Perché non possono avere le stesse chances? Come evidenzia l’ARTA nel suo parere potrebbero fare ricorso per trattamento non equo.
La cosa logica da fare di fronte all’impossibilità di realizzare un hotel è la seguente:
Collocare l’area interessata in zona E2, perché tutte le aree vicine si trovano in zona E2, perché essa consente la destinazione alberghiera e ricettiva, residenziale, commerciale e per impianti sportivi. L’indice è 0,25 mq/mq, l’altezza prevista è 14 metri, la cessione al Comune di aree per verde parcheggi pubblici è del 50%. Comparando questi parametri con quelli della variante ad hoc proposta al consiglio dall’amministrazione comunale si vede chiaramente che quest’ultima è molto più vantaggiosa.
Come mai il Sindaco Costantini che ha la delega all’urbanistica e queste cose dovrebbe conoscerle bene invece ha dato disposizione, con una delibera di Giunta, di predisporre la variante sopra esposta?
Nelle norme del PRG vigente ci sono, eventualmente, altre possibilità per collocare l’area in oggetto:
1. In zona G3 (attrezzature ed impianti sportivi e ricreativi) con indice edificatorio 0,65 mq/mq, altezza fino a 12 metri, cessione di aree al Comune per verde e parcheggi pubblici. È la destinazione che consentirebbe di realizzare anche una discoteca come era l’ex Moma.
2. In zona B (come per l’ex pioppeto venduto dal Comune con cui l’area confina ad ovest) con indice
0,70 mq/mq, altezza 10,50, cessione di aree al Comune per verde e parcheggi pubblici.
Certamente quello che non si può fare, sotto il profilo dell’equità, del rispetto paesaggistico e probabilmente della legittimità è la variante ad personam proposta al consiglio comunale dall’amministrazione.
Il nostro gruppo consiliare farà naturalmente una Osservazione al riguardo per proporre una soluzione che tragga dall’abbandono quell’area sul lungomare con caratteri di equità, correttezza amministrativa, salvaguardia del paesaggio nel rispetto dei diritti della proprietà e di quelli del pubblico.