Sul Gran Sasso un escursionista di L’Aquila di 66 anni è stato ritrovato morto dopo che ore prima, se ne erano perse le tracce.
L’uomo era impegnato a percorrere il sentiero del Centenario, uno dei sentieri più impervi e più affascinanti di tutto il massiccio montuoso più alto degli Appennini. L’uomo era un docente dell’università di L’Aquila. A dare l’allarme è stata la moglie dell’uomo.
A dare l’allarme è stata la moglie dell’uomo. Dopo aver notato che l’uomo si attardava, dopo aver manifestato la volontà di partire per un’escursione proprio su quel sentiero, noto agli appassionati per le sue impervie. Una volta allertato, il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo ha iniziato la ricognizione, avvistando l’auto parcheggiata nei pressi di Vado di Corno.
Il ritrovamento dell’escursionista
Nella tarda serata di venerdì 1 settembre 2023, sul Gran Sasso, un escursionista è stato rinvenuto ormai deceduto. Si chiamava Bernardino Romano, aveva 66 anni ed era uno stimato docente universitario di Tecnica e pianificazione urbanistica presso il Dipartimento di Ingegneria civile, edile-architettura e ambientale, presso l’università di L’Aquila. Aveva manifestato alla moglie la volontà di allontanarsi, per effettuare un’escursione.
Proprio la moglie è stata la prima a insospettirsi, quando a distanza di diverse ore, l’uomo non aveva ancora fatto ritorno e non si avevano sue notizie. La donna ha quindi proceduto ad avvisare il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo che, dopo aver iniziato la perlustrazione e dopo aver rinvenuto l’auto parcheggiata nei pressi di Vado di Corno, non ha potuto fare nulla se non accertare il decesso dell’uomo.
Nonostante il ritrovamento del corpo dell’uomo risalga alla tarda serata di venerdì 1 settembre, le operazioni di recupero hanno avuto inizio la mattina di sabato 2 settembre. Le ricerche si sono concentrate sul sentiero del centenario e il corpo è stato individuato e raggiunto lungo uno dei valloni che affacciano sul versante teramano.
Vista la posizione, alle operazioni di recupero della salma dell’uomo stanno procedendo in maniera estremamente cauta. Adesso, si fanno ipotesi su quelle che possono essere state le cause della morte: secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe precipitato in un canalone dopo aver percorso un tratto molto impegnativo di Vado di Corno, sul versante teramano del Gran Sasso.
Secondo le ricostruzioni, l’escursionista era da solo al momento dell’incidente. Al momento, non si sa se l’uomo abbia avuto un malore o sia semplicemente scivolato, tali informazioni si potranno ottenere solo effettuando un’autopsia sul corpo dell’escursionista, nel caso si riveli necessario ad accertare le cause del decesso.