Dopo di circa 10 anni di assenza quasi totale di raccolto, infatti, si registra una ripresa. Ma le considerazioni sono molto più ampie e offrono uno spaccato su quella che è la situazione nella zona montana.
“Volevo portare alla luce”, si legge nella lettera, “come dopo dieci anni di quasi totale assenza di raccolto di marroni (castagno innestato) quest’anno ci sono stati segnali di ripresa. Non voglio parlare di totale sconfitta del Cinipide Cinese (Dryocosmus kuriphilus) anzi, è ancora largamente diffuso in tutta l’area della Laga. Molti di noi frutticoltori produttori e proprietari di castagni con grande fatica e grande impegno e con costanza grazie alla cura con gli interventi selvi-colturali in generale non abbiamo mai abbandonato i castagni secolari tramandati di generazione in generazione diciamo che li abbiamo quasi salvati (ci tengo a dire tutto a spese nostre).
Ma molti non hanno i mezzi per farlo, le conoscenze, o semplicemente non hanno tempo per pulirli, potarli, liberarli dalla vegetazione attorno e quindi preferiscono abbandonarli. perché va ricordato che i castagni stanno su nei boschi, su ripidi pendii, scomodi e difficili da raggiungere.
Nessuno ci ha aiutati, essendo zona parco non si è potuto testare l’antagonista di questa larva parassita ovvero il Torymus sinensis, una larva che in sostanza depone le uova anch’essa nel castagno prima del Cinipide così facendo quest’ultimo non vi nidifica e quindi non si riproduce. Non è una polemica contro nessuno, capisco che introducendo un insetto non presente già nell’ecosistema naturale potrebbe sì salvare i castagni ma potrebbe allo stesso tempo aggredire altre colture.
Ma con un inserimento controllato come avvenuto in molte regioni già decenni fa come il Piemonte, dove non ha provocato nessun danno ma ha salvato i castagni. I castagni sono la nostra identità, sono stati e sono la nostra salvezza, apprezzati ed invidiati da tutti. Chiedo a nome di tutti i produttori miei colleghi che la Regione Abruzzo si attivi per farlo riconoscere a livello nazionale e non solo. Non voglio dare la colpa solo al Cinipide Cinese anche se la causa della perdita dell’oltre 60% del raccolto è dovuto ad esso, in più ha fatto seccare tutte le piante facendo rimanere in vita solo qualche ramo. Quelli secchi sono ormai morti e caduti col peso della neve. combattiamo anche con le condizioni climatiche che in questi ultimi anni sono cambiate velocemente in peggio. Voglio ricordare che due anni fa Valle Castellana ha avuto picchi di 4 metri di neve. Anche le noci sono malate, le mele sono malate, le nocciole anche. I cinghiali si mangiano tutto, scoiattoli neri mai visti prima, istrici grandi come cani che distruggono campi di patate.
Comunque il messaggio che vorrei far passare e che essendosi conclusa oggi la raccolta dei marroni ed avendo ascoltato i miei colleghi ed aver visto personalmente i loro “marroneti” ci sono segnali di ripresa finalmente e che il “Marrone della Laga” ancora c’è”