E’ una storia, una tra le tante ricche di disagio nell’epoca covid, quella che arriva da Tortoreto dove una giovane donna, parrucchiera di professione, vive una situazione quasi paradossale dallo scorso 27 ottobre, quando ha scoperto la sua positività al virus attraverso un test privato. Nel frattempo anche uno dei due figli della donna ha avuto un tampone positivo. Sin qui un destino che accomuna in tanti in questa fase, figlio della seconda ondata dal coronavirus. Ma nel discorso, complesso, del tracciamento, qualcosa non sembra funzionare nella Asl e il racconta della donna è molto esaustivo al riguardo.
“Ho fatto il primo tampone il 27 ottobre”, racconta, ” avendo dei sintomi con febbre e ancora oggi ho dei dolori. Il medico di famiglia ha inviato diversi mail all’azienda sanitaria per attivare le procedure del caso. Ma i nostri nomi non esistono, non si trovano”.
Un disagio nel disagio: oltre a quello legato alla malattia, anche quelli di una situazione che sul piano operativo stenta a risolversi. ” Abbiamo contattato anche il numero covid”, ma la nostra positività non esiste, abbiamo anche chiesto aiuto ad un amico che si è recato a contrada Casalena, ma anche lì nulla”. Una situazione che stenta a risolversi al momento e che testimonia, ancora una volta, di quelle che sono le difficoltà del momento in ordine a tutti gli effetti collaterali, non soltanto quelli sanitari, dell’evoluzione del virus.