Attraverso un accordo tra i legali del Comune e della controparte, negli ultimi giorni, la giunta comunale di Tortoreto ha nella sostanza validato la transazione con uno dei rivenditori dei buoni pasto (l’altro dopo i calcoli è risultato addirittura debitore con il Comune). In pratica, dopo aver scorporato il rimborso dei libri di testo (si legge nella delibera) il Comune deve incassare una somma di poco inferiore ai 145mila euro (oltre ad interessi e altri oneri derivanti dal decreto ingiuntivo).
L’accordo prevede un rimborso, da parte dell’esercente, di 20mila euro annui, con prima rata prevista il prossimo 15 dicembre. In pratica il tutto sarà rimborsato in poco più di sette anni. A garanzia è stata costituita una ipoteca volontaria su di un immobile di proprietà.
Sul piano contabile, dunque, la vicenda degli ammanchi dei buoni pasto oramai è definita, con la fissazione di un piano di rientro da parte dell’esercente. Su quello penale, invece, resta ancora pendente un procedimento per peculato i cui esiti andranno poi attesi in sede dibattimentale.