Teramo. “Il nuovo ospedale teramano dovrà proporre nuovi modelli organizzativi per una sanità che, così com’è strutturata, non è sinonimo di benessere per le donne. Il coronavirus ha fatto emergere con chiarezza, attraverso continue rilevazioni promosse anche dal nostro sindacato, la superiorità numerica femminile nell’ambito del sistema sanitario nazionale. In corsia, infatti, le professioniste prevalgono sugli uomini e il trend è in crescita anche a Teramo”. A sottolinearlo è Gabriella Marini, segretaria aziendale dell’Anaao-Assomed per l’Asl di Teramo e referente regionale dell’area di formazione femminile dell’Anaao.
Dati marzo 2021 Fnomceo (federazione nazionale degli ordini dei medici): gli uomini, tra i medici, sono ancora una maggioranza, ovvero il 55% del totale (218.226 contro 178.062 colleghe donne), tuttavia nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e considerando i medici con meno di 65 anni (quindi sicuramente ancora in attività), il 54% è donna.
Una tendenza confermata anche in Abruzzo dove, solo prendendo a riferimento gli attuali dati sugli iscritti all’Anaao, che è il principale sindacato dei medici ospedalieri, risultano essere 315 su 658 le donne (il 47,8% del totale), un numero di poco inferiore a quello nazionale, che fa registrare 11.889 professioniste iscritte su 23.100 medici (il 51,4% del totale).
“È necessario ribadire, per quanto riguarda il progetto del nuovo ospedale – prosegue Gabriella Marini – che per noi sono prioritari i contenuti a prescindere dal sito in cui sarà edificato. Se vorrà essere attrattivo per le giovani colleghe, dovrà essere dotato, oltre che di adeguati parcheggi e di una mensa, anche di un nido aziendale, di scuola materna e di un servizio di baby parking per permettere loro di conciliare al meglio la vita professionale e familiare e vivere la maternità come un valore e non come un costo. E questo dovrà essere fatto già nella fase progettuale, prevedendo per tempo la giusta organizzazione degli spazi. Concepire bene il nuovo ospedale è un’occasione da non mancare per il benessere lavorativo degli operatori sanitari e il miglioramento della stessa qualità delle cure erogate”.