Attraverso questo gesto simbolico vogliamo rendere omaggio alle donne e agli uomini che hanno sacrificato la loro vita per la libertà e la democrazia e ribadire le idee fondanti della nostra Repubblica.
Antosa Regolo, Astolfi Corradino, Di Donato Isidoro, Marini Michele, erano quattro lavoratori innocenti “condannati” per il loro essere solidali.
“E’ proprio con il loro esempio che intendiamo ribadire la necessità di difendere i valori culturali e morali dell’accoglienza, dell’integrazione pacifica e della giustizia sociale”, si legge in una nota. “Oggi, più che mai, bisogna ricordare un patrimonio di idee, di valori, di passione civile che non bisogna disperdere, ma che, anzi, occorre continuare a trasmettere con grande impegno nelle scuole, nel mondo del lavoro ed in tutti gli ambiti della nostra società.
Non bisogna mai dimenticare tutti coloro che hanno combattuto per la nostra democrazia, che hanno creduto nello sforzo comune per costruire una società nella quale non dominassero la violenza e l’arbitrio, che si sono battuti per la valorizzazione della persona umana.
Siamo e saremo sempre in prima linea per ribadire la centralità della persona e per favorire un cammino collettivo di partecipazione, di speranza e di solidarietà”.