Una panchina rossa, ma arricchita da un abito bianco, simbolo di purezza, con un segno rosso, simbolo di una violenza mortale. La creazione è del maestro Francesco Perilli e il dono è del Lions Club Val Vibrata, del presidente Francesco Truscelli. Ora quello che vuole essere un simbolo contro la violenza sulle donne, trova ospitalità vicino alla pianta di ulivo nello spazio antistante l’ospedale di Sant’Omero dove Ester Pasqualoni, oncologa vittima di femminicidio il 21 giugno del 2017.
Questa mattina, in occasione dell’anniversario, l’opera è stata scoperta alla presenza del direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia, dai medici del Val Vibrata, dai vertici territoriali del Lions e dai rappresentanti istituzionali del territorio (il sindaco Andrea Luzii, il sottosegretario Umberto D’Annuntiis, i consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Dino Pepe e il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura). Una breve cerimonia, ma molto sentita alla quale erano presenti anche il fratello dell’oncologa Mariano Pasqualoni e la figlia Nausicaa.
Toccante il ricordo del fratello Mariano. “Per lei fare il medico non era un lavoro, ma una missione, sin dagli studi universitari. Ester si faceva in quattro per gli altri, sia sul lavoro che nella vita privata. Tanto che ha avuto riguardi anche nei confronti del suo assassino. Vorrei che iniziative come questa siano un monito per tutte le donne: che mettano da parte tutto ciò che impedisce loro di denunciare le violenze. Ester non c’è più, ma Ester c’è e ci sarà sempre”.
Presenti anche le rappresentanti di due associazioni attive nella lotta alla violenza sulle donne: Anna Di Donatantonio, coordinatrice di “Ester sono io” e Anna Di Paolantonio responsabile del format “Amori amari” dell’associazione “Bon ton”.