Il futuro nella più importante azienda di Roseto, che opera nel settore della lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli, appare incerto per molte maestranze. Una forza lavoro che conta tra fissi (190) e stagionali (950) più di 1100 operai. Domattina proprio i lavoratori saranno chiamati ad esprimersi in occasione di un referendum interno promosso dalle organizzazioni sindacali.
I sindacati hanno chiesto se possono proseguire il loro confronto e la trattativa con la proprietà, o fermarsi. Magari elaborando strategie diverse. Intanto, con gli operai sono state organizzate varie assemblee, una delle quali si è tenuta nella sala consigliare del Comune di Roseto, affollatissima nonostante il gran caldo. Perché prima di ogni cosa c’è la difesa del posto di lavoro che garantisce dignità a tutti. I lavoratori vogliono chiarezza, vogliono sapere cosa sta accadendo.
La linea di confezionamento verrà smantellata e trasferita nei nuovi capannoni di Alanno. Per i sindacati si tratterebbe di una scelta aziendale che aumenterebbe i costi di lavorazione del prodotto perché comporterebbe il trasporto della materia prima lavorata a Roseto nelle strutture di Alanno che distano circa 60 chilometri. Potrebbe essere il preludio ad una riduzione ulteriore del personale per abbattere i costi.
Insomma mancano le garanzie e c’è preoccupazione. Ma quante sono le possibilità per mantenere i livelli occupazionali? I sindacati ci stanno provando. Venerdì prossimo nuovo incontro in Regione alla presenza del vice presidente Giovanni Lolli e della proprietà con i vertici sindacali e con la Rsu. Servono risposte concrete. E serve anche l’impegno formale della politica, a tutti i livelli.