E’ il grido d’allarme di Marco Borgatti, presidente delle Guide del Borsacchio, ricordando che il fratino “è un indicatore naturale di qualità ambientale e certifica la bontà della nostra costa. La sua presenza è uno dei motivi per cui esiste la stessa riserva e la sua presenza garantisce un ottimo punteggio per l’assegnazione della famosa bandiera blu. Non è un semplice feticcio ambientalista. Perderlo significa che la nostra costa e la Riserva Borsacchio non sono più un luogo sostenibile. Potrebbero venir meno i presupposti per la stessa esistenza della Riserva ottenuta dopo quaranta anni di lotte. Quest’anno ci sono stati degli aumenti di fenomeni di predazione che purtroppo fanno parte della natura. Ma è l’uomo che ha causato la perdita di quasi tutti i nidi. Incivili devastano la duna, vandali scorrazzano in moto da cross sulla spiaggia e SUV spadroneggiano con sgommate sui nidi. Sono stati fotografati perfino trattori percorrere la spiaggia in piena e totale illegalità. Teppisti abbandonano rifiuti in ogni dove e ladri di legname sottraggono materiale indispensabile per l’habitat e tutte le specie che vivono la costa della Riserva”.
“Dopo centinaia di ore di lavoro volontario – aggiunge – oggi scopriamo che gli ultimi nidi sono stati distrutti da vandali. Le gabbie di protezione sono state divelte a mano. La scorsa settimana abbiamo addirittura trovato dei bagnati che hanno superato le recinzioni ed usavano la gabbia con le uova come poggia asciugamano. La scorsa settimana altri nidi sono stati distrutti da cani lasciati illegalmente liberi in riserva. Uno scandalo. Da 2 anni abbiamo presentato una ventina di progetti essenziali per garantire la riserva sia nel tratto costiero che nel tratto collinare. Praticamente tutti a carico di noi volontari, anche nei costi. Tutti fermi nei cassetti.Progetti chiave per dotare la duna di una delimitazione, come in ogni riserva nel tratto costiero, vedi AMP Torre del Cerrano. Da due anni abbiamo cartelli pronti con divieti e numeri utili in caso di emergenza. Abbiamo cartelli con informazioni su specie di flora e fauna e come tutelarli per sensibilizzare gli utenti. Cartelli evoluti con QR code e data base on line già pronto e disponibile sul WEB. Nella duna non delimitata e con l’assenza totale di segnaletica anche un bagnante in buona fede è un pericolo ma la colpa non è loro. Senza informazioni, obbligatorie, tutto può essere un problema nella più totale buona fede del singolo. Ci appelliamo al buon senso del comune”.
WWF, Legambiente, Italia Nostra con IAAP, Centro Studi Cetacei hanno proposto di Gestire la Riserva in collaborazione con le Guide e le Associazioni Locali, vero patrimonio della città. Un’offerta che è stata protocollata nel 2016 ed attende ancora risposta nonostante gli appelli ed oltre mille firme depositate. Offerta che prevede di partire senza fondi, vista la situazione. Le grandi associazioni ambientaliste forniranno la progettualità e competenze uniche. Ricordiamo che il solo WWF gestisce oltre 100 riserve in Italia ed è soconda solo allo stato in tale materia, senza parlare delle competenze e professionisti delle altre associazioni citate e la preparazione dei volontari che da 20 anni seguono ogni aspetto della Riserva.
“Nel frattempo – continua il presidente – auspichiamo la famosa convenzione fra Comune e Guide del Borsacchio per poter almeno coordinare le attività in riserva ed agire tempestivamente su rifiuti, incivili e sui progetti di tutela di flora e fauna. Con la convenzione oggi stesso, senza costi per il comune, cartelli e delimitazioni sarebbero già attivi. Ma senza convenzione non possiamo operare nella legalità e non è nostra intenzione far niente fuori dal perimetro del consentito anche se centinaia di cittadini ci chiedono di intervenire ogni settimana. La frustrazione ormai è grande. Sapere di poter fare qualcosa, ad esempio aver già pronti i cartelli informativi, ma non poter fare nulla perchè non autorizzati ci sta logorando”.
“Il 29 Aprile avremo un incontro con il Comune e speriamo che finalmente molti nodi vengano risolti. Siamo sicuri della collaborazione delle istituzioni e della buona volontà di tutti nel risolvere questo problema. Ormai è chiaro a tutti che così non si può più continuare”, conclude Borgatti.