Infatti, di punto in bianco e in pieno agosto, è saltata la copertura previdenziale per la quarantena da Covid-19. D’ora in poi con effetto retroattivo per tutto il 2021, lavoratrici e lavoratori del settore privato che dovessero entrare in quarantena o in permanenza domiciliare fiduciaria, non sarebbero più coperti da malattia, come è stato invece per il 2020. La novità, di certo non di poco conto, è stata annunciata dall’Inps con un messaggio lo scorso 6 agosto: “Il legislatore – ha scritto l’Istituto di previdenza – attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena… e, pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso”.
Il rischio concreto è che persone già fortemente provate da un periodo estremamente difficile, caratterizzato da tante ore di cassa integrazione e da importanti tagli di salario, si vedano costrette ad utilizzare permessi e ferie per coprire il periodo di quarantena, sempre che di permessi e ferie ne abbiano ancora, perché altrimenti si aprono scenari ancora più incerti sulla natura dei periodi di assenza forzata. L’ennesimo costo di una pandemia che da marzo 2020 è addossato sulle spalle di lavoratrici e lavoratori.