Presentato, infatti, un ricorso questa volta in Cassazione per impedire che la Deco, che in questi giorni si sta occupando dei lavori di bonifica di circa 3mila tonnellate di rifiuti, possa prendere in mano il polo tecnologico. Gli atti alla Suprema Corte sarebbero stati presentati anche da un altro gruppo che opera nel settore dello smaltimento e del recupero dei rifiuti, la Dileco.
Sempre per lo stesso motivo: opposizione all’affidamento alla Deco. Tutto questo a pochi giorni dall’atteso pronunciamento dei magistrati sulla riconsegna degli impianti di Grasciano da parte di CSA alla Regione per l’affidamento ad altro soggetto, Deco appunto. Il prossimo 7 giugno ci sarà la sentenza.
Il ricorso in Cassazione prevede una richiesta ben precisa da parte dei proponenti: bloccare l’omologazione del concordato fallimentare del Cirsu, dichiarato fallito nel settembre del 2015, per impedire che la procedura di affidamento alla Deco possa avere seguito.
Una situazione che avrebbe mandato su tutte le furie il responsabile della direzione rifiuti della Regione, Franco Gerardini, perché l’azione dei ricorrenti ha tutto il sapore di uno stancheggio. Intanto, nelle mani della Procura di Teramo ci sono i fascicoli consegnati dai carabinieri di Giulianova dopo i due principi di incendio dello scorso mese di gennaio per autocombustione dei rifiuti organici.
Durante gli accertamenti da parte dei militari, guidati dal maggiore Vincenzo Marzo, è stata accertata la presenza di benzene, un idrocarburo che lì non doveva esserci ma che qualcuno ha introdotto senza alcun controllo. Il benzene è altamente nocivo per la salute delle persone perché viene considerato uno dei principali fattori scatenanti di leucemie.