Iniziati poco dopo la metà di luglio, interrotti poi per un breve periodo per consentire all’Enel di disattivare la rete di distribuzione dell’energia in queste strutture, le operazioni condotte dalla ditta Colangelo sono state alla fine portate a termine nei tempi prestabiliti. Entro metà ottobre, prima delle piogge invernali, la zona doveva essere bonificata e messa in sicurezza.
Resta in piedi solo l’ex albergo Colle del Mare i cui proprietari hanno chiesto agli organi competenti che l’edificio, visibilmente lesionato dallo smottamento, venga inserito nell’elenco per il risarcimento per danni provocati da calamità naturali.
L’albergo difficilmente potrà essere ristrutturato e recuperato perché sorge proprio a ridosso della linea della paleofrana che ha provocato il cedimento di elementi portanti degli edifici poi abbattuti. Cinque le famiglie costrette ad evacuare a seguito dello smottamento.
L’allora capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, accompagnato dall’ex Governatore Luciano D’Alfonso e dal sindaco di Mosciano Giulianova Galiffi eseguì cica 4 anni fa un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi. Le sue parole furono emblematiche: lì non si poteva ma soprattutto non si doveva costruire.
Intanto, la zona viene continuamente monitorata dai geologi che hanno sistemato in diversi punti dei rilevatori satellitari. Attualmente la frana sarebbe dormiente, ma potrebbe riattivarsi in previsione delle piogge invernali.