Presentato e firmato questa mattina a Teramo l’accordo che prevede il riordino funzionale e la riqualificazione della stazione ferroviaria e delle aree circostanti.
Tra i principali interventi: riassetto del piano del ferro con arretramento del fascio binari e revisione del Piano Regolatore Generale di stazione, nuovi marciapiedi ferroviari, nuove pensiline e nuovi accessi su entrambi i fronti urbani della stazione, restyling del fabbricato viaggiatori esistente con interventi di miglioramento sismico e rifunzionalizzazione complessiva delle aree esterne.
La nuova configurazione della stazione permette di realizzare una nuova piazza di ricucitura del tessuto urbano con riorganizzazione e ridistribuzione dei servizi e dei percorsi di accessibilità pedonale, ciclabile e veicolare, migliorando le condizioni di vivibilità, sicurezza ed integrazione modale e incentivando gli spostamenti sul territorio con mezzi pubblici e di mobilità attiva, anche in chiave di sostenibilità ambientale.
L’iniziativa trova il suo compimento alla luce dell’opportunità offerta dalle risorse PNRR assegnate a RFI per il miglioramento delle stazioni del Sud: 700 milioni di euro totali, di cui 23 milioni andranno proprio al progetto per Teramo, con un contributo del Comune che si impegna da parte propria a porre in atto azioni finalizzate a valorizzare la stazione come luogo di centralità dello sviluppo territoriale e della mobilità.
Il ristorante “Capolinea” manterrà la propria collocazione alla stazione. Presenti anche rappresentanti dei comitati dei quartieri interessati e, alla sottolineatura di Paolo D’Incecco, che ha rimarcato come sia necessario che l’alta velocità abbracci anche Teramo, il direttore Sara Venturoni ha replicato: “L’alta velocità è un tema politico. Prima di realizzare infrastrutture del genere si fanno valutazioni e ci si basa su domanda ferroviaria e necessità”. Salvo intervento della politica, sarà dunque molto complicato allo stato attuale vederla anche in città.