È di qualche giorno fa il grido d’allarme del direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, che sottolineava la carenza di medici nell’azienda sanitaria nonostante i concorsi. Una carenza che investe anche la centrale del 118: dove ne dovrebbero lavorare 12, tra personale vario, ne lavorano invece 4, ed a fine mese il carico sopportato da ogni operatore, che deve anche agire sotto stress per gestire le varie emergenze, è ben superiore.
La carenza impone anche al direttore del Dipartimento, Silvio Santicchia, di operare di giorno dal punto di vista amministrativo e fare spesso turni di notte in centrale. Insomma, un’emergenza nelle emergenze.
Nelle difficoltà di personale a cui l’azienda sanitaria deve dare risposte, però, spetta anche ai cittadini ricordare un semplice assunto: la centrale operativa del 118 va chiamata solo in caso di estrema necessità. Il 118 non è da interpellare per avere delucidazioni a cui può rispondere il medico di famiglia o i presidi territoriali (ad esempio a Teramo a circonvallazione Ragusa). Si rischia di togliere tempo e personale a chi davvero invece necessita di aiuto.
È pur vero che spetta a tutto il sistema (che deve funzionare bene) sopportare e rispondere ad ogni richiesta a seconda della gravità. Altrimenti il carico finisce sempre alla chiamata più semplice da comporre e da cui si ha sempre risposta certa.