Luca Pilotti, consigliere delegato alla viabilità della Provincia di Teramo, chiarisce alcuni aspetti in merito all’incidente di sabato sera sulla provinciale 43 in cui hanno perso la vita Giorgio Bellachioma ed Andrea Cecca.
“Non risponde a verità il fatto che la sicurezza delle strade della provincia ricadenti nelle aree interne sia stata trascurata, almeno non nel senso riportato dalle osservazioni rassegnate dal sindaco di Crognaleto, Orlando Persia – ha detto – È vero piuttosto che su una rete di strade che si sviluppa per circa 1.600 km, è impossibile fare manutenzione adeguata con gli esigui e assolutamente insufficienti fondi messi a disposizione dal Governo centrale, che consentono di intervenire annualmente solo su una manciata di chilometri del tutto insufficiente (nemmeno trenta km all’anno, considerato che rifare le strade e curare la sicurezza della circolazione significa non solo manutenere il manto stradale, ma anche provvedere al consolidamento delle stesse laddove serva, ad apporre la segnaletica orizzontale e verticale, a installare e manutenere i dispositivi di sicurezza e ritenuta passivi, e molto altro ancora), con interventi che allo stato attuale non possono che essere, purtroppo, parziali”.
E ancora: “Il problema non sta dunque in un atteggiamento di trascuratezza da parte dell’Ente, quanto meno non da parte della amministrazione appena entrata in carica, che ha posto al centro della sua azione programmatica la doverosa attenzione verso le problematiche delle aree interne. Trascuratezza che non appartiene poi a tutto il personale dell’ufficio tecnico (partendo dai cantonieri e passando dagli amministrativi ai tecnici, fino a giungere ai funzionari e al dirigente) che, come ho avuto modo di constatare in questi pochissimi giorni dal mio insediamento come consigliere delegato alla viabilità, lavora in maniera indefessa ed encomiabile per cercare di trovare le migliori soluzioni a fronte di una situazione oggi oggettivamente difficilissima. Personale tutto che mi sento di dovere ringraziare per l’abnegazione e lo spirito di servizio che dimostra nello svolgere il proprio lavoro. Il problema è dunque politico e va affrontato a tutti i livelli preposti: si tratta di decidere cosa fare delle Province, se farle vivere e funzionare oppure no. Perché se si decide in questo senso, occorre poi metterle in condizioni di operare, garantendo loro dotazioni finanziarie che, se non proprio adeguate, possano almeno essere definite tali”.