Accanto alla bocca sporca di sangue si trovava ancora il piattino col cibo incriminato che avrebbe potuto contaminare molti altri animali. Tra l’altro il tutto in una via abbastanza trafficata anche da bambini che la percorrono per andare a scuola. Questi veleni infatti sono un pericolo sia per la salute delle persone che per l’ambiente.
Il gattino probabilmente apparteneva ad una delle colonie di Roseto, in particolare di quelle della zona sud, accudite da anni da alcuni abitanti del luogo di buon cuore. E da quello che emerge,
Ricordiamo che questi atti di crudeltà costituiscono un reato punibile secondo codice penale (art. 544-bis) con fino a 18 mesi di reclusione per la sola sofferenza dell’animale. Se l’animale muore, come il più delle volte accade, è previsto un aumento di pena.
In conclusione avvelenare un animale non solo è reato ma costituisce una fra le azioni più spregevoli e crudeli che l’uomo possa fare nei confronti di un altro essere vivente.