Secondo alcuni albergatori teramani, non sono stati rispettati i patti che prevedevano un rimborso dopo aver ospitato i profughi ucraini in fuga dalla guerra.
L’invasione praticata dalla Russia ai danni dell’Ucraina, è uno degli eventi che sicuramente caratterizzerà il secolo che stiamo vivendo, diventando argomento di discussione e analisi storica per gli anni che verranno. Come sempre capita nei fatti storici però, oltre al racconto dei fatti determinanti, vi sono tante e più piccole storie che aiutano a restituire l’entità di certi fenomeni.
In questo specifico caso, uno dei dati che ha fatto e continua a far parlare, è quello relativo all’accoglienza riservata ai profughi ucraini, fuggiti dalla Nazione per cercare di sfuggire alla guerra e ospitati, in varie nazioni europee, come segno di vicinanza a tutto il popolo ucraino, vessato dalle azioni belligeranti di Putin. Tuttavia, quella che potrebbe essere una commovente storia d’accoglienza, si trasforma in un ben giustificato motivo di protesta.
L’ira degli albergatori
Nel momento in cui la Russia invase l’Ucraina, in quel 24 febbraio 2022, tutti i Governi europei sapevano che avrebbero dovuto giocare la loro parte, in maniera più o meno attiva. Il Governo italiano, sin dal primo momento, si spese sia in fatti che in parole in favore del popolo ucraino, finito vittima delle mire espansionistiche del governo russo. Le misure messe in atto furono diverse.
Non passò infatti molto tempo prima che si decidesse, a maggioranza, per l’invio di armi in Ucraina e per un sostegno militare, seguendo l’esempio di vari altri Stati europei che hanno tracciato la linea. Dopo il sostegno militare però, ci si rese conto che era necessario offrire anche e soprattutto sostegno umano a tutti coloro che abbandonavano l’Ucraina per non finire vittima delle atrocità della guerra.
Per questo motivo, l’Italia si mise in prima linea per accogliere una parte dei profughi ucraini che furono divisi tra i vari stati europei. Se è vero che questo sia un gesto di grande umanità, è anche vero che ci sono degli imprenditori italiani che si sentono beffati dalla situazione.
Gli albergatori del teramano, in particolare di Baia del Re a Roseto e di Narcisi a Cologna Spiaggia, non hanno ancora ricevuto i rimborsi per aver ospitato i profughi ucraini, dei quali 27 sono ancora residenti nelle strutture alberghiere. Latitano le risposte di Titti Postiglione, vice capo dipartimento della Protezione civile, che aveva assicurato una risoluzione del caso in tempi brevi. Con la stagione estiva pronta a cominciare, gli albergatori rischiano di avere delle stanze occupate, senza percepire alcun tipo di pagamento.