In quella data il giudice del lavoro Maria Rosaria Pietropaolo aveva dichiarato l’illegittimità del “secondo“ licenziamento senza preavviso comunicato alla vigilessa del Comune di Teramo Anna Capponi per i medesimi fatti del primo, in violazione del ne bis idem. Tuttavia a questa sentenza il Comune di Teramo non ha dato seguito e ha deciso di proporre un appello contro la sentenza di reintegra dell’agente. Si legge nel comunicato di Fratelli D’Italia che “l’amministrazione comunale le ha negato il diritto al lavoro e alla dignità personale, professionale con alti costi personali e sociali, decidendo arbitrariamente di non reintegrarla sul posto di lavoro”.
“Tra l’altro, si legge nel comunicato, “nel frattempo per alcuni fatti reato la Capponi è stata assolta, sicchè con il secondo licenziamento il Comune di Teramo ha sanzionato solo una parte dei fatti già oggetto della precedente sanzione espulsiva. E’ del tutto evidente che il nuovo licenziamento è stato intimato per punire una condotta che già nella prima nota di contestazione era stata definita “calunniosa “ dal datore di lavoro, rimarcando la rilevanza penale della condotta, solamente per il fatto che la denuncia presentata dall’agente Anna Capponi era stata “archiviata”, non significando la innocenza degli indagati, ma solo il fatto che le condotte denunciate non avevano trovato riscontro tale da supportare i fatti in giudizio”.
All’azione di sit-in proposta dal coordinamento #iostoconannacapponi parteciperanno anche l’associazione “Noi per la famiglia Abruzzo”, la coordinatrice provinciale Fratelli D’Italia Marilena Rossi. Anche l’associazione “Vittime riunite d’Italia” sostiene l’iniziativa del coordinamento #iostoconannacapponi che, tramite il presidente Angelo Bertoglio, scrive: “nel 2019, malgrado le molteplici forme di discriminazione cui le donne sono sottoposte, è sorprendente la quantità di significati che riescono a rintracciare nel lavoro, che rappresenta tutt’oggi uno dei fattori fondamentali dell’emancipazione femminile. Ma al di là tutte le difficoltà incontrate ogni giorno, le donne considerano ormai il lavoro produttivo uno strumento cardine per realizzare completamente le proprie aspirazioni per diventare attrici del cambiamento sociale. Dobbiamo avere il coraggio mentale e la forza culturale, di intraprendere la strada finale delle pari opportunità nel mondo del lavoro”.