Nelle prime ore di oggi, personale della Squadra Mobile della Questura di Teramo, collaborato da Agenti del Reparto Prevenzione Crimine Abruzzo Pescara e da unità cinofila della Questura di Roma, nell’ambito di un’attività di indagine effettuata dalla locale Squadra Mobile, sezione antidroga, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza con la quale il gip di Teramo ha applicato la misura cautelare del carcere per due coniugi, entrambi di etnia rom, residenti a Mosciano Sant’Angelo e la misura cautelare degli arresti domiciliari per una coppia, di etnia rom, residente sempre a Mosciano Sant’Angelo, in un abitazione distante circa 1 km da quella suddetta.
Gli investigatori della squadra mobile, nel corso dell’attività di indagine avviata nel maggio del 2022, hanno riscontrato che i soggetti, già da diversi anni, in maniera sistematica ed in presunto concorso tra loro, sia all’interno che all’esterno dell’abitazione di residenza dei suddetti coniugi, avrebbero ceduto cocaina ed, in alcuni casi del tipo eroina, in quantità da mezzo grammo sino a ad una grammo per volta; detta sostanza veniva spacciata a numerosi acquirenti che, quotidianamente, si susseguivano senza necessità di contatti preparatori, o all’interno o all’esterno della predetta casa per acquistare lo stupefacente che poi, a seguito del loro controllo, effettuato a poca distanza dall’abitazione da personale della Squadra Mobile, veniva sequestrato.
E’ emerso, infatti, che gli indagati potevano far affidamento su quantitativi sempre maggiori di cocaina ed eroina, come accertato nel corso dell’arresto in flagranza di reato, effettuato nel corso dell’indagine dagli operatori della Squadra Mobile il 26 maggio scorso, nei confronti della prima donna citata che, nell’occasione veniva trovata in possesso 130 grammi di cocaina e 81 grammi di eroina, parte della quale già confezionata in dosi pronte per la cessione a terzi.
La predetta sostanza stupefacente era ben occultata all’interno di un tetto di una struttura disabitata distante circa 30 m dalla sua abitazione dove, di volta il volta, la predetta e gli altri indagati si recavano per prelevare lo stupefacente.
Dalle indagini è emerso, inoltre, che gli indagati avrebbero occultato lo stupefacente all’esterno dell’abitazione sia nel tetto della citata struttura vicina sia in scarpate poco distanti dalla loro abitazione, dove si recavano per prelevare i quantitativi richiesti che venivano ceduti o all’interno o all’esterno dell’abitazione dei suddetti coniugi.