Così il presidente regionale della SIB Abruzzo Riccardo Padovano che torna a lanciare un grido di allarme a nome dei balneatori, chiedendo interventi urgenti alla Regione. “Tutta la nostra costa in queste ore è flagellata e martoriata dalle mareggiate annunciate. Da novembre a febbraio inoltrato le nostre coste restano fortemente a rischio e in balia delle mareggiate. Siamo a rischio perché diversi tratti di costa partendo dal sud della regione a salire, ovvero Casalbordino, Francavilla al Mare, Silvi, Pineto, Alba Adriatica, Martinsicuro sono costrette in queste ore a fare i conti con il maltempo, il mare mosso e il movimento erosivo che crea danni al tratto di spiaggia interessato da questi eventi.
Noi – ha spiegato Padovano – non siamo certo scienziati e non certo vogliamo sostituirci agli ingegneri idraulici ma forse non è possibile che loro forse qualche volta con i loro tecnicismi sbagliano, oppure che quando le loro teorie vengono calate sul territorio non riescono a rispondere alla natura perché parliamo di eventi che si possono non sempre prevedere nella loro completezza, nella loro complessità e soprattutto nella loro intensità. Per questo oggi ho parlato con l’assessore regionale al Turismo Mauro Febbo per chiedere e sollecitare gli interventi di difesa della costa dovuti che ad oggi sono però fermi. Inoltre ho anche ricordato che nella nostra regione ci sono Comuni che sono in attesa dei pareri favorevoli, da parte degli uffici regionali, per quanto riguarda le varianti in corso d’opera e mi riferisco soprattutto alla situazione di Francavilla al Mare e Casalbordino così come per Pineto, Alba Adriatica e Martinsicuro.
Occorre – prosegue il presidente regionale della SIB – ragionare dopo quanto accaduto per cui mi chiedo: di fronte ad eventi gravi e che si ripetono purtroppo spesso nel periodo invernale, si dovrebbe dare l’ok per interventi di somma urgenza che servono per tutelare le strutture balneari nonché anche le civili abitazioni a ridosso della costa. Tutto questo per dire che tutto quel materiale che viene posizionato sulla battigia a difesa delle infrastrutture non è un materiale che poi viene a scomparire, ma che viene riutilizzato per interventi programmati per la difesa della costa, e mi riferisco alle cosiddette scogliere radenti. Poi dico sempre all’assessore Febbo che ci aveva promesso che entro il mese di ottobre i diecimila metri cubi di sabbia stoccati sul molo di levante, sarebbero stati riversati in mare. Dico che il materiale può essere sversato in mare anche via terra, senza l’ausilio di una motonave che avrebbe problemi di ormeggio a causa dei fondali bassi.
Possibile che tutto questo debba essere vanificato dai tecnicismi e dalla burocrazia che non risolvono il problema. Sversare con i camion i diecimila metri cubi di sabbia in mare servirebbe a mantenere quel poco di battigia che resta, ma non è tutto perché bisognerebbe provvedere poi alla ricarica delle scogliere e alle manutenzioni straordinarie per far sì che si possa almeno uscire da una situazione emergenziale”.