Un laccio in acciaio, usato per la cattura e uccisione di fauna selvatica, è stato scoperto nelle scorse ore dai carabinieri della stazione di Rocca Santa Maria e dai carabinieri forestali di Campli all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in località Pianevie di Campli.
E’ stato un cittadino a segnalare ai carabinieri dei presunti abusi in materia venatoria, in atto nelle vicinanze della frazione Battaglia, sempre a Campli.
I militari hanno riscontrato la presenza di due cani da caccia, seguendo i quali hanno potuto rilevare tracce sulla neve di un recente trascinamento di una carcassa, con presenza di sangue e di visceri.
Trattandosi di un probabile atto di bracconaggio, è stata interessata la stazione Carabinieri Parco di Rocca Santa Maria, competente per territorio, che, intervenendo con un’ampia ricognizione della zona, ha rinvenuto, in prossimità di un albero, un cavo d’acciaio annodato a scorsoio e destinato alla cattura di fauna selvatica. Inoltre, in prossimità del cavo, erano presenti peli di cinghiale e piante scortecciate probabilmente causate dal dimenarsi dell’animale nel tentativo di liberarsi dalla stretta mortale del laccio.
Il laccio in acciaio costituisce una trappola cruenta, usata in attività di bracconaggio, in cui possono cadere sia gli ungulati, che altri animali di passaggio e appartenenti a specie protette, in primis il lupo, ma anche cani. Il tutto è stato sottoposto a sequestro, a disposizione dell’autorità giudiziaria che ne ha disposto la distruzione.
Sono in corso le indagini e sono già state rilevate tracce utili per l’individuazione del responsabile.
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