“Molti contribuenti stanno ricevendo in questi giorni avvisi dell’Agenzia del Territorio accertamenti per la definizione di particelle con fabbricati o porzione di fabbricati rurali”.
Lo fa saper l’associazione Robin Hood che tutela i consumatori.
“Tale azione è prevista con l’art. 1, comma 5, del D.L. 27 aprile 1990, convertito nella L. 26 giugno 1990, n. 165, fu imposto l’obbligo di denuncia al catasto edilizio urbano di tutte le costruzioni rurali adibite ad abitazioni. Però, la disposizione è rimasta in vita per poco tempo in quanto, l’art. 70, comma 4 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, ha ripristinato la norma previgente limitando l’obbligo dell’accatastamento alle abitazioni diverse da quelle indicate all’articolo 42, comma 1, lettera a) del Tuir (cioè quelli che avevano perso i requisiti di ruralità). Successivamente l’articolo 9, n. 557/93 , convertito nella legge 26 febbraio 1994, n. 133, tornando sulla materia, ha infine disposto la inventariazione nel catasto edilizio urbano anche delle costruzioni rurali (e non solo delle abitazioni). Per questa implementazione di oggetti, il catasto edilizio urbano si sarebbe denominato, più genericamente “catasto dei fabbricati”.
“Dopo una prima fase di accertamento degli immobili adibiti ad abitazione accertate anche con foto aeree siamo passati a quella del riscontro oggettivo sui mappali. Questa seconda circostanza ha un carattere più tecnico burocratico, abbiamo verificato infatti che spesso le particelle sono riassorbite da edifici censiti all’urbano, fabbricati, magari stalle ormai demolite ed altro. Per queste casistiche o similari, occorre sistemare formalmente la posizione e chiedere lo sgravio. L’associazione Robin Hood è a disposizione per la prima verifica”, conclude la nota.