Un detenuto straniero appartenente alla sezione sex offender ha appiccato un incendio nel carcere di Teramo, rompendo altresì diversi beni appartenenti all’amministrazione.
Una condotta violenta che ha creato qualche problema all’interno della struttura e che conferma una situazione molto difficile delle carceri abruzzesi che, come quelle del restante Paese, stanno soffrendo le consuete difficoltà da sovraffollamento.
Ricordiamo infatti che oggi i detenuti in Italia sono 60.000, oltre 10.000 in più dei posti realmente disponibili e con un tasso di sovraffollamento ufficiale del 117,2%, con una crescita tra settembre a novembre 2023 di ulteriori 1.668 unità (a cui aggiungere il saldo positivo di 1.198 unità del trimestre prima e i 911 di quello ancora precedente).
Una situazione sempre più complessa
I problemi delle carceri italiani non sono certamente nuovi, ma negli ultimi trimestri si è manifestata una decisa accelerazione del sovraffollamento, considerato che nel 2022 raramente si è registrata una crescita superiore alle 400 unità a trimestre. Andando avanti di questo passo, tra 12 mesi l’Italia sarà nuovamente ai livelli di sovraffollamento che già costarono al nostro Paese la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Edu.
Tornando al caso abruzzese, pare che il detenuto abbia così reagito per opporsi alla condanna ricevuta, ritenendola inopportuna e costringendo un altro detenuto alle cure del locale nosocomio per inalazione da fumo.
Il gesto, come anticipavamo, ha messo a dura prova le poche risorse del servizio a turno, già alle prese con le difficoltà della gestione ordinaria, come di frequente accade all’interno dell’istituto teramano.
La situazione ha determinato il nuovo allarme da parte del Si.N.A.P.Pe, che invita ad affrontare con serietà la carenza d’organico al Castrogno e negli altri istituti della regione Abruzzo ormai a collasso, pretendendo di fatto così un cambio di rotta nella gestione dei detenuti facinorosi.
A destare preoccupazione è anche lo stato fatiscente di molti istituti carcerari: secondo un report di Antigone, il 31,4 % delle carceri visitate è stato costruito prima del 1950 e la maggior parte di questi prima del 1900. Nel 10,5% degli istituti visitati, non tutte le celle erano riscaldate. Nel 60,5% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell’anno. Ancora, nel 53,9% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia.