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Giulianova, maestro in pensione si incatena davanti al sito archeologico Castrum Novum

Giulianova. Si è incatenato davanti al cancello arrugginito della zona archeologica di Bivio Bellocchio a poca distanza dall’incrocio tra la Statale 80 e la via Gramsci. Il gesto clamoroso è di Bruno Braca, insegnante elementare in pensione ed esponente per tanti anni della sinistra progressista giuliese.

Le motivazioni della presa di posizione di Braca sono da ricercare esclusivamente nello stato di abbandono in cui versa l’importante sito di età romano-imperiale mal custodito all’interno del territorio cittadino giuliese. I ritrovamenti dei resti di Castrum Novum risalgono al 1986 e all’epoca gli scavi furono portati avanti dall’equipe presieduta dal professor Paolo Sommella di Roma coadiuvato dalla dottoressa Luisa Migliorati, direttrice dei lavori, e dalla dottoressa Loredana Di Emilio di Roseto degli Abruzzi.

Ad affiancare i ricercatori c’era all’epoca un gruppo di volontari capitanato dall’insegnante Maria Braga, scomparsa nel novembre del 2011, a suo tempo presidente della locale sezione dell’Archeoclub. Proprio in ricordo e memoria della sorella Maria, che tanto tempo e lavoro dedicò come volontaria al ripristino del sito, Bruno Braca ha voluto denunciare pubblicamente lo stato di abbandono di ciò che rimane dell’antico insediamento  romano.

Lo stesso Braca afferma: “Quell’importante sito è stato praticamente dimenticato da tutti ed in particolare della Istituzioni locali che dovrebbero avere a cuore un bene che appartiene alla collettività. Lo ritengo un insulto nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato gratuitamente per riportare alla luce un importante periodo storico dell’Italia”. Così conclude sconsolato Bruno Braga avvolto da una pesante ed eloquente catena: “Spero che l’assessore alla cultura avvocato Pierangelo Guidobaldi, con il quale ho parlato alcune settimane or sono, porti avanti un discorso positivo ed incisivo sui tanti siti archeologici giuliesi che oggi risultano completamente abbandonati e lasciati al loro destino”.

Da sottolineare che l’intera area è stata ricoperta dalla vegetazione tanto che rimane un’impresa poter sbirciare da lontano l’importante complesso degli scavi.