L’indagine ha consentito di ricostuire i clima che l’indagto aveva inscenato all’interno delle mura domestiche, con continue minacce e vessazioni all’indirizzo di moglie e figli.
Spsso, l’operaio violenza anche sulle cose, rompendo suppellettili di casa, piatti e bicchieri. In più occasioni l’uomo si sottraeva agli obblighi di assistenza morale e materiale del nucleo familiare, contribuendo solo in minima parte alle spese familiari, nonostante l’elevato stipendio guadagnato, giungendo addirittura a sperperare quasi totalmente la corposa liquidazione percepita dal suo precedente lavoro, senza nulla elargire alla famiglia, che spesso si vedeva costretta a chiedere aiuti sia economici che materiali a parenti o amici. Molto spesso la moglie e i figli dell’indagato venivano privati dell’uso dell’automobile di famiglia, rendendo, in tal modo, difficoltosi gli spostamenti non solo per le esigenze lavorative della donna ma anche per quelle scolastiche dei figli. Per sopperire ai bisogni quotidiani, vista la carenza di apporti economici, la moglie si vedeva addirittura costretta a trasformare il giardino di casa in orto, al fine di trarre i profitti della terra per alimentare sé e i propri figli.
Stanchi di questa situazione, moglie e due figli hano denunciato tutto alla polizia e nel frattempo hanno abbandonato la propria abitazione, trovando un alloggio di fortuna.
A seguito dell’esecuzione del provvedimento la donne e i tre figli sono tornati in casa, dalla quale si erano allontanati volontariamente da circa un mese.