Il 10 luglio scorso, infatti, il Tribunale di Teramo si e pronunciato sui primi 26 ricorsi presentati da altrettanti infermieri, grazie al sindaco NurSind, che ha sancito il diritto alla retribuzione per il tempo impiegato, prima e dopo il turno, ad indossare e dismettere la divisa, con la condanna della Asl di Teramo a corrispondere gli arretrati.
Il giudice nelle sentenze ha stabilito che il cambio divisa, in quanto deve necessariamente eseguirsi all’interno degli spazi aziendali, dopo la timbratura del cartellino marcatempo, deve considerarsi un’attività svolta sotto il potere direttivo e disciplinare dell’Azienda datrice di lavoro, pertanto, è un’effettiva prestazione di lavoro, strumentale a quella principale dell’assistenza ai pazienti in reparto, ed il tempo impiegato deve essere retribuito.
“Questa vittoria “, spiega il segretario provinciale del NurSind, Giuseppe De Zolt, “è il frutto di un lavoro che la segreteria di Teramo porta avanti da qualche anno e che, nonostante le critiche, le difficoltà e lo scetticismo, finalmente inizia a portare i suoi frutti grazie alla determinazione ed alla perseveranza di un gruppo di persone che crede nel cambiamento, ma anche grazie al coraggio di quegli infermieri che hanno creduto nel NurSind e nel percorso di riconoscimento professionale e sociale che questo sta portando avanti.
Ed è grazie alla perseveranza ed alla tenacia del NurSind che oggi la Asl di Teramo sta concretamente valutando la possibilita di riconoscere per il futuro il diritto al c.d. “tempo divisa” a tutti gli operatori, e di questo non possiamo che essere orgogliosi”.