Nella complessa inchiesta che investe buona parte dei conti dell’ente, quelli nei quali c’è stata la “gestione” di Pasqualino Saccuti, l’ex funzionario infedele, nulla viene lasciato al caso, nè da parte della speciale commissione consiliare (che ora sta spulciando le carte relative ai tributi comunali, Ici in primis) e la stessa cosa può dirsi per gli inquirenti. Proprio in questa ottica, per chiarire alcuni aspetti, che potrebbero anche essere controversi, i finanzieri hanno acquisito tutti gli atti amministrativi relativi proprio alla gestione dei buoni pasto. Ticket che venivano venduti, attraverso l’ente, in alcuni punti vendita della cittadina. Va detto che nei giorni immediatamente successivi all’avvio dell’inchiesta, in Comune (nei faldoni dell’ufficio ragioneria) furono trovati degli assegni, per un importo di circa 45mila euro, mai incassati dall’ente, frutto proprio delle vendite dei buoni pasto effettuate da alcune cartolerie della zona.