Si solleva la polemica di alcuni autisti di ambulanze, già al servizio della Asl di Teramo tramite un’agenzia di lavoro interinale, esclusi dalla partecipazione al concorso per 5 posti che, nonostante la presentazione di un ricorso rigettato dall’azienda, denunciano una disparità di trattamento nei confronti di quanti sono stati ammessi.
Un concorso davvero sui generis, quello bandito nel 2016 dalla Asl teramana, che ha visto l’arrivo di 240 domande, di cui 89 sono state escluse e 151 ammesse con riserva. Una riserva però che vedrebbe nella motivazione la mancanza dei due requisiti fondamentali (cinque anni di esperienza lavorativa retribuita e un attestato riconosciuto dall’accordo Stato/Regioni) che rappresentano anche la causa di esclusione degli altri 89.
E intanto il 26 ottobre è prevista la prima prova, scritta, cui dovrebbe seguire quella orale, senza che sia stata prevista una prova pratica per una posizione così delicata come è quella della figura professionale richiesta.
“Nei cinque anni di esperienza richiesta”, spiegano i lavoratori, “non è incluso il volontariato che molti di noi hanno svolto e continuano a svolgere in diverse associazioni. Inoltre l’attestato che abbiamo preso per poter lavorare non andrebbe bene in quanto non rientrante in quel famoso accordo Stato/Regioni previsto dal bando. Ma l’unico corso che la Asl teramana ha fatto per rilasciare questo attestato risale al 2001 e da allora più nulla. Inoltre, molti di noi hanno partecipato, e in alcuni casi vinto il concorso fatto in altre Regioni, mentre in Abruzzo non siamo neanche ai nastri di partenza”.
Una lamentela considerata tardiva, quella di questi lavoratori che non avrebbero impugnato nei tempi previsti il bando giustificandosi con il fatto che, essendo lavoratori precari, con contratti mensili sempre in bilico, temevano ripercussioni sui possibili rinnovi.
“Non capiamo però come mai”, proseguono gli autisti, “ci sia tra gli ammessi con riserva e gli esclusi la stessa dicitura (vedi foto). Per molti di noi questa è l’ultima possibilità di tentare il concorso. Ma abbiamo l’impressione che ci sia una volontà di buttarci via dopo averci spremuto, lasciando tante professionalità, che nel tempo si sono formate e hanno dimostrato il proprio impegno e la propria dedizione in un compito così delicato, in mezzo ad una strada”.