Teramo. Una data attesa da molti, da giorni, e che alla fine si è rivelata un totale caos. Nessun ordine, questa mattina, nel reparto di Oncologia al Mazzini di Teramo che, come annunciato, ha ripreso a (quasi) pieno ritmo la sua abituale attività. Non nel modo migliore, secondo chi, nei giorni scorsi, ha tenuto alta l’attenzione sulla gestione del reparto da parte della azienda sanitaria locale.
“Nella vita come nella politica tutti i nodi vengono, prima o poi, al pettine” commenta a proposito il portavoce della Federazione della Sinistra, Marco Borgatti. “Manca il personale infermieristico, che è stato sostituito da personale proveniente da altri reparti. Da questo emerge finalmente la reale intenzione dei dirigenti Asl di chiudere il reparto di degenza. Infatti il personale infermieristico interno di Oncologia solo in parte è in ferie. Gli infermieri in buona parte sono stati spostati in altri reparti per coprire colleghi in ferie. Delle due una: o i dirigenti dell’ospedale sono stati incapaci di gestire il personale in vista della riapertura oppure non volevano riaprire il reparto”.
I riflettori, a questo punto, sono destinati a rimanere accesi. “Continueremo a tenere alta la guardia” assicura il segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio “e andremo avanti con la nostra battaglia perché i malati oncologici abbiano il servizio che spetta loro. Il reparto è stato riaperto solo grazie alle nostre prese di posizione, perché nessuna data era stata ufficialmente fissata per la fine del periodo di ferie. La dimostrazione è il caos totale che c’è stato oggi alla riapertura”.
Ed è battaglia anche ad Atri, dove il segretario comunale del Partito Democratico, Herbert Tuttolani, chiede che il San Liberatore di Atri abbia le cure di chemioterapia ambulatoriale. “Il locale è già a norma” dichiara “e sarebbe possibile ricorrere alle prestazioni del medico che verrebbe da Teramo ed ai medicinali che potrebbero essere trasportati in totale sicurezza da Giulianova”.
Una possibilità che, secondo Tuttolani, avrebbe già piena disponibilità da parte del primario. “Perchè il manager Varrassi ha bloccato l’operazione?” chiede il segretario del Pd comunale. “E perché il direttore sanitario Antelli ha vietato alla farmacia di preparare eventuali medicinali destinati ad Atri? L’amministrazione Astolfi non ha nulla da dire? Il sindaco deve prendere una chiara posizione al riguardo, perché non vogliamo neanche immaginare che si possa ancora credere alle rassicurazioni campate in aria di Venturoni e di Chiodi. Cari direttori, per noi sopra tutto ci deve essere il malato! Non possiamo tollerare che persone già colpite dalla vita diventino addirittura inconsapevoli pedine di basse strategie di mala politica”.
Un intreccio, quello tra sanità e politica, sul quale si concentra l’attenzione anche del segretario provinciale. “Chiodi continua ad annunciare sul web i nuovi servizi della Asl” conclude Verrocchio. “Dobbiamo pensare che il governatore abbia di fatto commissariato Varrassi e Antelli? Dobbiamo pensare, e non voglio assolutamente pensarlo, che i servizi siano decisi dalla politica? La gestione della nostra sanità è nel caos più completo. Abbiamo un manager che risponde solo alle direttive di un assessore ombra, Lanfranco Venturoni, e un governatore che da un lato promuove Varrassi e dall’altro prende al suo posto le decisioni chiave”.
Ma c’è anche chi gioisce per una riapertura avvenuta nel miglior modo possibile. Come dichiara il direttore sanitario della Asl, Camillo Antelli, nella nota diffusa dall’Azienda Sanitaria Locale. “Ringrazio il personale del comparto della Unità Operativa Complessa di Oncologia del Presidio Ospedaliero di Teramo la cui collaborazione, unitamente ad altri operatori, ha consentito la riattivazione immediata dei ricoveri di Oncologia, peraltro mai sospesi ma allocati, come ogni anno, presso la Unità Operativa Complessa di Medicina Interna, previo accordo con il direttore del Dipartimento per le discipline mediche”.