Se, infatti, appena lunedì scorso confermava come ipotesi più probabile la realizzazione dell’edificio scolastico modulare nella zona della D’Alessandro, in un post su Fb di questa mattina, aggiornando i cittadini sulla presentazione della programmazione fatta ieri all’Ufficio per la ricostruzione delle scuole dichiarate inagibili, sostiene “Subito un nuovo polo scolastico area scuola San Giuseppe – Vecchio Stadio per circa 835 alunni. A seguire un nuovo polo scolastico area D’Alessandro”.
Sparito nel nulla, inoltre, il progetto del polo al nuovo stadio di Piano D’Accio che aveva allarmato il Comitato genitori degli studenti di San Nicolò che non vorrebbero privare la frazione della scuola.
Confermate, invece, le notizie dell’adeguamento sismico per la scuola Risorgimento e la decisione di chiudere definitivamente la Savini che, dunque, non sarà più utilizzata come scuola.
“Recuperate ed adeguate il Regina Margherita e il Braga”, si legge ancora nel post del sindaco, “la scuola in Via Tevere sarà adibita a struttura per attività sociali. Per la materna di Villa Ripa apriremo un confronto con i cittadini della frazione”.
Confronto che lo attende, insieme a tutta l’amministrazione, anche per le altre realtà periferiche e frazionali della città. Perché è evidente che si è già in netto ritardo per avviare la discussione per rivedere il piano scolastico comunale. Di certo, finora, si sa solo che ci saranno delle chiusure di edifici e degli accorpamenti, sebbene ancora nessuno si sbilanci ad indicare quali strutture rientrerebbero in questa possibilità.
Tensione in Commissione Urbanistica: la denucnia di Berardini (M5S)
Inoltre sarebbe stata proposta un’ennesima rotonda, stavolta a San Nicolò, da inserire nel piano Masterplan, del valore di circa 1,6 milioni di euro.
Il Movimento 5 Stelle propone, invece una rimodulazione del Masterplan, prevedendo lo stanziamento di risorse per interventi di sostegno al reddito e formazione professionale, con reinserimento nel circuito produttivo locale, per rilanciare il territorio e salvarlo dalla desertificazione economica e sociale.