Si è rinnovata ieri, in occasione della Festa del lavoro, in piazza Roma ad Ancarano, così come in diversi centri della Val Vibrata e della Vallata del Tronto, la storica tradizione dell’albero del Primo Maggio, con l’apposizione, durante la notte che precede la festa dei lavoratori, di alberi con bandiere rosse attaccate sulla cima.
Come ricorda Mirko De Berardinis, autore insieme ad altri “compagni” dell’iniziativa, il rituale dell’albero del Primo Maggio ha origini antiche. Durante il ventennio fascista, infatti, la festa del 1° maggio venne abolita e vietata da Mussolini che la sostituì nel 1924 con la celebrazione del 21 aprile (Natale di Roma). Ma nonostante la dura repressione del regime, ogni anno, in diverse zone della Val Vibrata, del Piceno, come pure in Emilia-Romagna e altre località dell’Italia centrale, all’alba del 1° maggio spuntavano nelle piazze alberi con grandi bandiere rosse in bella mostra. La tradizione è stata poi mantenuta anche nel dopoguerra, a partire dal 1945, quando venne reintrodotta ufficialmente la Festa del lavoro del Primo Maggio.
“Da allora, l’usanza si rinnova ogni anno con le bandiere rosse”, sottolinea Mirko De Berardinis, già segretario provinciale dell’Anpi, “che sventolano nelle piazze quale simbolo delle battaglie per il lavoro, per la difesa dei diritti e delle conquiste sindacali, per il progresso e la giustizia sociale”.