Pescara. E’ la provincia di Pescara la “maglia nera” dell’artigianato abruzzese. Lo rivela lo studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna regionale, relativo all’andamento delle imprese nel primo trimestre del 2017.
Novanta giorni, quelli compresi tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo, che hanno certificato una crisi senza precedenti per tutta la micro-impresa regionale, che con 405 unità in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – di queste ben 111 cessazioni sono nel Pescarese – tanto da far guadagnare all’Abruzzo la peggiore performance tra le regioni italiane. Un risultato negativo secondo solo al Molise, che può “vantare” l’1,45%: una caduta secca, quella della nostra regione, pari all’1,29%, che è valore nettamente superiore allo 0,82% medio nazionale.
Il primato negativo della provincia adriatica è solo la punta dell’iceberg di un andamento con il segno “meno” che ha colpito indistintamente micro impresa ed artigianato (ma per il resto dell’imprenditoria il risultato è ugualmente negativo) in tutto il territorio regionale, visto che anche le altre aree non se la sono passata molto meglio: con Chieti sotto di 106 unità, L’Aquila di 103 e Teramo di 85. Flessioni, in percentuale, tutte nettamente al di sopra del valore medio nazionale: «Unica ragione di consolazione, se così si può dire – spiega il curatore della ricerca – il fatto che la flessione registrata in questo primo scorcio dell’anno sia leggermente inferiore a quella dell’anno passato, quando nello stesso periodo era stata di 480 unità».
A concorrere al dato negativo dell’area pescarese sono un po’ tutte le aree produttive: dalle costruzioni (-46,) al manifatturiero (-23). Settori nei quali – pure – altre province sono riuscite a far peggio, con Chieti e L’Aquila rispettivamente a -55 e -53 nel mattone; Teramo a -34 nelle manifatture. Dati che nel Pescarese, tuttavia, sono stati rafforzati da perdite significative in altri comparti, come l’abbigliamento, l’industria del legno, i prodotti in metallo e i mobili.
«Non a caso, da mesi, con le altre organizzazioni di settore e con il sindacato dei lavoratori – dice il direttore della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo – abbiamo aperto con la Regione una “vertenza artigianato” per sottolineare i gravissimi problemi della micro impresa nel nostro territorio. Una difficoltà che tutti gli indicatori, non solo l’andamento delle imprese, segnala da tempo; perché sono le stesse micro imprese che soffrono la contrazione del credito, non riescono a promuovere i loro prodotti sui mercati internazionale, stentano su un mercato interno stagnante». «Vertenza – ricorda Di Costanzo – che spazia dal credito alla formazione, dalla trasmissione di impresa al rilancio dell’artigianato artistico: argomenti sui quali aspettiamo risposte concrete dal governo regionale». Particolarmente negativo, infine, il giudizio sull’andamento del mondo delle costruzioni, che a Pescara come nel resto d’Abruzzo continua ad essere il punto più dolente: «Si deve accelerare su temi come la rigenerazione urbana e la ricostruzione delle aree terremotate, avviando nello stesso tempo il progetto “Casa Italia” per la messa in sicurezza del nostro territorio, dei centri storici e degli edifici, soprattutto nelle aree a rischio sismico».