Il progetto nasce da un partenariato composto da I.Ri.Fo.R (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), Provincia di Teramo, Comune di Montorio, Asd Teramo Non Vedenti, Unione Italiana Ciechi, in collaborazione con la Croce Bianca di Montorio, la Comunità Montana del Gran Sasso zona O e l’Ente Parco Gran Sasso-Monti della Laga. L’iniziativa, finanziata cofinanziata da Provincia e Comune di Montorio, per circa 94mila euro, è stata presentata questa mattina, nella sala giunta dell’Ente di via Milli, dal prefetto di Teramo Eugenio Soldà, dal vice presidente della Provincia Renato Rasicci, dal presidente della sezione teramana IRiFoR Italo Del Giovine e dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Montorio, Flavio Paolini.
“L’obiettivo” ha spiegato Del Giovine “è fare in modo che i ragazzi ospiti del Centro Diurno possano inserirsi in un contesto socio-lavorativo dopo il percorso scolastico”.
In una prima fase, saranno una ventina gli utenti coinvolti nel progetto, una parte dei quali sarà selezionata direttamente sul territorio.
“E’ un successo per l’intera provincia” ha commentato il Prefetto Soldà “ed è lòa dimostrazione del fatto che quando le cose si fanno insieme può nascere qualcosa di bello, nonostante il periodo difficile che viviamo”.
La formazione sarà realizzata attraverso l’attività vivaistica e oggettistica, che si svolgeranno nell’arco di un anno e vedranno i ragazzi impegnati per 5 giorni a settimana, 4 ore al giorno, assistiti da personale espero e assistenti tutor. Al termine del percorso, verrà rilasciato un certificato di frequenza. Il trasporto dei disabili partecipanti al progetto sarà garantito da pulmini messi a disposizione dal Comune e dall’IRiFoR.
Con la realizzazione del Centro Diurno di Montorio, inoltre, in via di completamento, si andrebbe a coprire una zona al momento priva di strutture di questo genere, presenti soprattutto lungo la fascia costiera. Al suo interno, nell’ambito del progetto, saranno sviluppati laboratori pratici finalizzati a fornire specifiche competenze ai partecipanti. “Pensiamo in un futuro” ha aggiunto Rasicci “di poter costituire una sorta di impresa sociale in grado di auto sostenersi”.