Martinsicuro. Dipendente licenziato querela l’amministratore delegato della fonderia Veco, Anna Vecchiotti, che viene rinviata a giudizio per calunnia. La storica fonderia di Martinsicuro, in una maniera o nell’altra, fa sempre notizia.
L’ultima vicenda in ordine di tempo (che nulla ha a che vedere con le questioni burocratiche e amministrative) vede protagonisti, infatti, l’amministratore delegato dell’azienda, Anna Vecchiotti, e un ex dipendente, Olivo De Cesaris, consigliere comunale di maggioranza con delega alle attività produttive.
Il Gup del tribunale di Teramo, Domenico Canosa, infatti, ha rinviato a giudizio la donna per calunnia dopo la querela presentata in sede penale dallo stesso De Cesari. Il processo si aprirà a Teramo il prossimo 12 di aprile.
Il caso scoppiò nella sostanza nella primavera del 2013, quando Olivo De Cesaris venne licenziato dalla Veco, azienda nella quale prestava servizio come magazziniere, con gravi e infamanti accuse.
La Veco, infatti, ha sempre sostenuto che De Cesaris avesse compiuto degli atti estorsivi nei confronti dell’azienda.
De Cesaris, ovviamente, non era un dipendente qualunque, visto che all’epoca era stato già eletto consigliere comunale nella di Città Attiva e la vicenda a livello cittadino generò grosso scalpore.
L’uomo, però, ha impugnato il licenziamento (in primo grado la Veco ha avuto ragione, anche se ora pende il ricorso in appello) e contestualmente ha avviato anche un’azione penale nei confronti dell’amministratore delegato, attraverso il legale Giandomenico Rossetti del foro di Macerata.
“Pur conoscendone l’innocenza”, si legge nella richiesta di rinvio del pm Irene Scordamaglia contro Anna Vecchiotti, “accusava falsamente Olivo De Cesaris, dipendente della ditta fonderia Veco, di aver commesso il delitto di estorsione ai danni della detta compagine imprenditoriale, quando invece non solo risultava la completa estraneità del De Cesaris alla questione addebitatagli, ma altresì emergeva, come riferito da un testimone, che la stessa fosse pienamente a conoscenza della citata circostanze”.
Le accuse, ovviamente, andranno ora poi vagliate in sede di processo, fermo restando che la vicenda torna nuovamente a far discutere.