“Il centro storico di Teramo”, scrive Topitti in una nota, “strabonda di edifici dismessi in passato ad uso sanitario , vedonsi ex sede del Mazzini in viale Crucioli, ex Psichiatrico in circonvallazione Ragusa , ex Ospedaletto in via Taraschi, ex Dermatologico in Corso Porta Romana. Adesso a breve termine a questa nutritissima e qualificata lista ci aggiungiamo pure il Mazzini di Villa Mosca? Sede la cui edificazione tra primo e secondo lotto fu ultimata negli anni 80, mentre le strutture a servizio come i parcheggi sono ancora in costruzione?”.
Topitti inoltre si chiede se sia logico e salutare “spostare un nosocomio da una posizione assolata, asciutta, arieggiata in modo naturale, per realizzarne una nuova all’interno di un alveo fluviale umido e dove, a poca distanza, fino ad un secolo fa era zona paludosa regno della malaria”. Inoltre apparirebbe non plausibile la giustificazione della zona baricentrica con gli altri presidi ospedalieri visto che il capoluogo dista solo 14 chilometri da Selva Piana e con la Teramo-mare sarebbe di facile raggiungimento.
“La centralità di Teramo capoluogo nulla conta?”, continua Topitti, “Teramo capoluogo dopo che è stata privata della Caserma degli Alpini, del Distretto Militare, sedi territoriali di Telecom ed Enel, Banca D’Italia deve perdere pure il presidio ospedaliero?”, proponendo invece un adeguamento e ampliamento del Mazzini vista la sua posizione ottimale. Un invito, infine, alla classe politica cittadina a non accettare supinamente e in maniera passiva il “volere dei capibastione periferici”.