Montorio, terremoto e sfollati: lettera aperta alla Protezione civile e al commissario Errani

Lettera aperta al Capo Dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio ed al Commissario straordinario Vasco Errani.

 

Chi vi scrive è un volontario del SER (Servizio Emergenza Radio della FIR-CB), unità ausiliaria volontaria di Protezione Civile. Personalmente, e non perché sia un volontario, sono fermamente convinto che chiunque, anche il peggior uomo, nel momento del bisogno mostrerebbe la propria umanità. Perché c’è un’emergenza impellente in
quel momento, e quindi è necessario fare di tutto per aiutare chi ha bisogno. Questa mia convinzione oggi viene messa in dubbio da quanto sta accadendo, e quindi mi crea non pochi dubbi, per quanto scrivo di
seguito.

 

Quando, subito dopo il terremoto del 24 agosto, è arrivata la richiesta di disponibilità a partire, come volontario, per la zona Amatrice ho dovuto rispondere in modo negativo perché io stesso, e la mia famiglia,
eravamo in pericolo. Per la prima volta ho toccato con mano, in prima persona, cosa si prova ad essere vittima di un evento calamitoso.

 

Tale evento ha creato, e sta creando tuttora, emergenza, danni e non pochi disagi a molte famiglie anche nel Comune in cui risiedo, Montorio al Vomano, e i dati delle varie Istituzioni (Comune e Regione Abruzzo) lo
confermano. Ma, a quanto mi è dato apprendere, sembra che il Comune non rientri in quelli compresi nel “cratere” del terremoto. Da quel che ho capito dai Media nazionali e locali, i quali stranamente dicono che “va tutto bene” e stanno mettendo in secondo piano quanto sta ancora succedendo nei Comuni minori, anche loro colpiti dal terremoto, sembra che ci sia un problema di fondi e coperture.

 

In questi giorni nella mia mente, da sfollato, si sono accavallati vari interrogativi e dubbi che mi permetto di esternarvi. Un primo dubbio che mi assale è come sia possibile che un Comune possa, in un momento di emergenza, ordinare a delle famiglie di abbandonare le proprie case, perché pericolanti, senza che ci sia una procedura che si (pre)occupi di dove andranno e che fine faranno nell’immediato.

 

Io ho sempre inteso un’emergenza come un evento eccezionale, imprevedibile e che deve essere risolto il prima possibile, sopratutto se  interessa delle persone. Ora invece apprendo che per far fronte ad un’emergenza prima bisogna avere il consenso del “Ragioniere”.

Se ci sono le risorse si agisce, altrimenti le persone coinvolte devono arrangiarsi. Quando ero giovane, molti anni fa, soccorsi la vittima di un incidente stradale trasportandolo con l’auto in ospedale.

In quel frangente non stetti a chiedermi chi mi avrebbe rimborsato i soldi che avrei speso per ripulire l’auto dal sangue. Agii e basta.

Invece gli sfollati del Comune di Montorio, che ha un Piano di Emergenza recepito recentemente, hanno dovuto lasciare le loro case arrangiandosi come potevano, e molti, compreso chi scrive, hanno dovuto dormire in auto molti giorni, alcuni anche più di una settimana. E molti ancora lo fanno chi per paura, chi perché ancora non trova una sistemazione.

 

Un altro dubbio è quale possa essere la differenza tra uno sfollato di Amatrice ed uno di Montorio al Vomano.
Come certamente Voi sapete bene nessuno mai lascerebbe la propria casa per divertimento, ma lo farebbe solo dopo un effettivo pericolo per la propria incolumità familiare, con dati tecnici oggettivi alla mano e con un’ordinanza di sgombero. Ed è quello che sta accadendo nel mio paese. Ci sono quasi 80 persone, ma il numero è destinato a salire poiché sono stati fatti solo circa il 10% dei sopralluoghi, senza la certezza di un riparo continuativo nell’immediato.

Solo da pochi giorni (dopo vari tentennamenti ed incertezze) è stata attivata la procedura dell’Autonoma Sistemazione, ma è ancora tutto molto informale. La procedura prevede, ci è stato detto, che ogni famiglia deve trovarsi un riparo (Casa, albergo, Bed & Breakfast, ecc.), anticipare i fondi che poi successivamente saranno rimborsati. O almeno cosi’ si prevede. Non riferisco qui le difficoltà che ho trovato cercando un riparo per la mia famiglia, ma posso assicurare che ci sono molte speculazioni abitative.
Senza contare che, nonostante il nostro sia un Comune con un numero elevato di costruttori, solo pochissimi privati (appena 12) hanno risposto all’appello del Comune per chi voleva mettere a disposizione un immobile.
Sono addirittura venuto a conoscenza di disabili che hanno ordinanza di sgombero ma non sapendo dove andare, e come farlo, restano nell’immobile inagibile.
Questo allo stato attuale e per quanto possa sapere io semplice cittadino.

 

A mio avviso questa sembra una situazione di emergenza. Quindi non capisco perché allora i cittadini di Montorio non meritano di essere assistiti tempestivamente e in modo decente come altri sfollati. A scuola ho studiato Educazione Civica e la Costituzione Italiana ed ho ben impresso nella mia memoria i principi fondamentali che essa
sancisce, sopratutto quelli di uguaglianza e di assistenza per tutti i cittadini italiani, senza distinzioni.

 

Probabilmente non leggerete mai queste righe ma, nel caso lo faceste, vi prego di chiarire questi dubbi a me ed ai miei concittadini. Inoltre, se possibile, prendete in considerazione il fatto che anche nei
Comuni non inseriti nel “cratere” esiste tuttora “Emergenza”, anche se nessuno ne parla, ed i cittadini hanno bisogno di aiuto.
Ercole Furii

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