Giulianova. Non solo l’agricoltura, ma anche il settore della marineria, in modo particolare della piccola pesca, è stato devastato dal maltempo dei giorni scorsi. In ginocchio e senza più attrezzature sono almeno 60 operatori della cosa teramana che hanno perso gli impianti per la cattura delle lumachine di mare, i famosi “bomboletti” dell’Adriatico.
Danni che superano almeno i 100mila euro ma che devono ancora essere quantificati, come ha sottolineato il responsabile regionale della Federpesca Walter Squeo. “Un mare ora c’è di tutto”, sottolinea Squeo, “a Giulianova sono circa 20 coloro i quali praticano questo tipo di pesca. Poi ci sono tutti gli altri da Martinsicuro a Silvi. Hanno perso tutto. Le correnti marine hanno spazzato via le attrezzature che sono state inoltre danneggiate anche dai detriti e dai tronchi d’albero che sono arrivati dai fiumi. Chiederemo anche per la pesca lo stato di calamità naturale”. In difficoltà che la categoria delle vongolare. Domani mattina, al massimo giovedì, gli armatori torneranno in mare con le loro imbarcazioni per verificare lo stato dei fondali. A bordo di una delle vongolare ci saranno anche i tecnici dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo che avranno il compito di eseguire delle campionature. Verificare innanzitutto lo stato del prodotto e poi accertare l’eventuale presenza di agenti inquinanti provenienti appunto dall’entroterra e trasportati dai fiumi in piena. “In base all’esito dei prelievi”, spiega Squeo, “decideremo cosa fare. A questo punto l’orientamento è quello di fermarsi per un periodo non inferiore ai due mesi e che potrebbe protrarsi per almeno tre o quattro mesi. La cosa che più ci amareggia è il fatto che noi armatori avevamo più volte lanciato un grido d’allarme sullo stato dei fiumi, che dovevano essere eseguiti dei lavori di manutenzione. Non siamo stati ascoltati ed ora siamo costretti a contare i danni. Mi sembra chiaro che la marineria non debba essere lasciata sola”. A Giulianova l’imprenditore Emidio Carusi, titolare dell’impianto di miticultura che si trova a circa tre miglia dalla costa, a confine con Tortoreto, ha avuto danni ingenti. Alcune boe utilizzate per l’attività di allevamento delle cozze sono state strappate dalle forti correnti marine. Sono state ritrovate sulla spiaggia di Ortona. Inoltre è andato perduto circa il 40 per cento della produzione di mitili in programma per questa stagione. Un danno strutturale ed economico non di poco conto.
“Infine”, conclude il responsabile della Federpesca, “abbiamo una spiaggia invasa da ogni genere di cose e che ora deve essere ripulita. Anche perché tra un mese e mezzo sarà Pasqua e arriveranno i primi turisti. Non possiamo presentarci in queste condizioni”. Intanto, nel comprensorio Cirsu gli operai Sogesa stanno svolgendo il servizio di raccolta di rifiuti. Ma in alcune zone la situazione resta critica. A Giulianova, invece, gli operai del Comune si stanno dando da fare per rattoppare le buche lungo le strade, causate dalle forti piogge di una settimana fa.
Lino Nazionale