“Chi bussa a casa degli anziani”, si legge nella nota della questura, “sono generalmente donne, che telefonano spacciandosi per dipendenti delle Poste e chiedono se nel pomeriggio in casa c’è qualcuno per consegnare della corrispondenza: si accertano, così, se qualcuno è presente nel pomeriggio per poter rubare indisturbati. Oppure bussano alla porta, dichiarano di essere funzionari Inps che devono verificare il libretto di pensione: entrano in casa in due e, mentre una intrattiene l’anziano, l’altra cerca denaro ed ori in camera da letto. Questi i copioni più frequenti dei furti in abitazione negli ultimi giorni. La Questura, nel ribadire che nessun servizio presso le abitazioni viene effettuato da Poste Italiane con le citate modalità, né l’Inps invia propri funzionari a controllare a casa libretti di pensione, invita i cittadini a non fornire indicazioni, a non aprire le porte e ad effettuare prima ogni riscontro possibile e chiamare il 113 o il 112 per ogni situazione di sospetto”. Nel frattempo, alla luce della recrudescenza del fenomeno, la polizia ha rafforzato una serie di servizi di prevenzione e vigilanza sul territorio.