I movimenti della donna, con numerosi precedenti specifici alle spalle, però, da circa 3 mesi erano tenuti sotto osservazione dei carabinieri del nucleo operativo di Alba Adriatica. E sono stati gli stessi militari, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Teramo (Marina Tommolini, pm Davide Rosati), ad arrestate la donna, che è accusata di spaccio di sostanze stupefacente. Secondo quanto ricostruito nella laboriosa indagine, pare che la rom fosse diventata, nel corso degli ultimi tempi, una sorta di punto di riferimento per diversi tossici della zona, che la contattavano per procurarsi la dose di stupefacente. La consegna della polvere bianca, poi, avveniva in strada o in luoghi appartati. Il più delle volte era Maria Bevilacqua ad occuparsi di consegnare lo stupefacente ai clienti, ma in alcuni casi sono stati notati anche dei minorenni, sempre di etnia rom, che si occupavano di perfezionare la compravendita. Durante l’indagine, i militari hanno identificato (e poi segnalato al prefetto) una quindicina di tossici (sia marchigiani che abruzzesi), che poco prima si erano riforniti della “roba” dalla zingara. Nel corso dei ripetuti controlli, i carabinieri hanno anche sequestrato piccole quantità di eroina e cocaina. I riscontri dell’attività investigativa, poi, sono stati rimessi alla magistratura che ha ritenuto plausibile la necessità di emettere un provvedimenti cautelare nei confronti della donna, che è stata arrestata.