Protesta lavoratori Sogesa per mancato pagamento stipendio. Chieste le dimissioni del Cda

rifiuti_1Giulianova. Lo stipendio dei lavoratori di Sogesa non viene pagato e scoppia la protesta. Oggi doveva esser pagato alle maestranze il salario del mese di ottobre e una mensilità dei buoni pasto, ma nei conti dei dipendenti sono arrivati soltanto 500 euro. Il mancato rispetto degli accordi presi con i sindacati lo scorso 17 novembre ha scatenato la protesta dei lavoratori che si sono presentati al comune di Giulianova, dove erano riuniti con Franco Gerardini (dirigente regionale del Servizio Gestione Rifiuti ) i sei sindaci del consorzio, Luigi Romagnoli (presidente Cirsu), Gabriele Di Pietro e Giovanni Marchetti, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Sogesa. Striscioni contro i vertici Sogesa (Di Pietro il più bersagliato) e Di Zio (socio privato di Sogesa).

 

I 110 dieci lavoratori della Sogesa hanno proposto un documento indirizzato ai sindaci dei comuni Cirsu dove si sottolinea “l’evidente inadeguatezza, la reiterata inefficienza, la totale assenza, degli amministratori dell’azienda”. Denunciati, oltre ai ritardi nei pagamenti dello stipendio, anche continue provocazioni verso i rappresentanti sindacali da parte del direttore del personale, poca sicurezza e pessima manutenzione dei macchinari. Ma l’analisi è anche più attenta. Si mette in risalto il continuo “scaricabarili” tra socio privato e pubblico di Sogesa e anche l’assenza di un piano industriale e il mancato funzionamento di importanti strutture all’interno della discarica.rifiuti_2 La sentenza è inequivocabile: “Lanciamo una petizione per chiedere le dimissioni del Cda Sogesa, perché si possa ripartire per un’azienda libera da sprechi, inciuci vari, nefandezze di ogni genere con amministratori attenti e rispettosi nei confronti dei dipendenti e al servizio della collettività”. Sono state richieste anche spiegazioni per il mancato rispetto degli accordi sugli stipendi, ma i lavoratori non si sono accontentati di fronte le rassicurazioni di ricevere la parte mancante dello stipendio entro giovedì. Si chiedono garanzie per il futuro e l’azzeramento dei Cda di Sogesa. Animi accesi all’interno della sala consigliare di Giulianova. Durante l’incontro il sindaco Francesco Mastromauro inveisce contro i due presidenti. rifiuti_3Verso le 13 i dipendenti hanno lasciato la sala consigliare e hanno raggiunto Grasciano dove hanno organizzato un picchetto, un vero e proprio presidio. Non è bastata la decisione di Romagnoli e di Di Pietro di mettere a disposizione le loro cariche come le altre del Cda che verranno discusse nell’assemblea dei sindaci il prossimo 26 novembre. I lavoratori chiedono interlocutori seri dopo le ultime vicende (mancato rispetto accordo sindacale su pagamento stipendi e il decreto ingiuntivo da 2,5 milioni di euro di Sogesa nei confronti di Cirsu, ora però sospeso). Per il momento la raccolta non sarà garantita (perché si chiedono rassicurazioni da parte dei sindaci su ricapitalizzazione e piano industriale Cirsu) o meglio i lavoratori attendono l’esito del vertice, in programma domani mattina, alle 10 nella sede della Regione a Pescara, tra i vertici di Cirsu, il funzionario regionale e il socio privato di Sogesa. La riunione ha come ordine del giorno la soluzione della vicenda e la definzione della titolarità della discarica di Grasciano Due. I dipendenti, in coincidenza, con l’avvio del primo turno di lavoro incrocieranno le braccia, in attesa di conoscere le decisioni che saranno adottate a Pescara. Anche se i lavoratori non vorrebbero far pagare ai cittadini “l’evidente inadeguatezza” dei vertici Sogesa. rifiuti_4
Solidarietà alle maestranze è stata espressa dalla Federazione della Sinistra. Il portavoce rosetano, Marco Borgatti, ha chiesto le dimissioni del Cda Sogesa e immediate del presidente Gabriele Di Pietro, perché “unitamente al Cda ha forti responsabilità sulla società che presiede e dirige con i risultati che tutti possono vedere e giudicare. Noi lotteremo come sempre per il futuro degli operai della Sogesa e lotteremo affinché sia approvato il nostro progetto per uscire dalla crisi rifiuti unendo i 47 comuni della provincia di Teramo nel consorzio Cirsu riuscendo così, ricapitalizzando con modeste quote, a far partire la differenziata e raggiungere il nostro obbiettivo del progetto Rifiuti 0 ovvero il riciclo totale dei rifiuti prodotti”.

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