Nel primo incontro ufficiale il nuovo direttivo di Confindustria Teramo, diretta da Cesare Zippilli, è stato presentato la nuova giunta dell’associazione per il triennio 2016-2019, con il programma di mandato che punta alla ripresa del manifatturiero per riattivare l’economia provinciale.
Costruzione di una rappresentanza più forte attraverso l’integrazione con altre realtà territoriali, coordinando i servizi per renderli sempre più professionali, sarà uno dei primi passi del nuovo direttivo, insieme ad un lavoro di spinta verso l’unificazione regionale delle Camere di Commercio. Senza dimenticare l’innovazione, fondamentale per le aziende costrette ad aggiornarsi velocemente per reggere la concorrenza sul mercato. Ma per far ciò sarà necessario avviare un tavolo con la politica e con le altre associazioni sui temi utili alle imprese, dandosi obiettivi e tempi certi, avviare un tavolo con i sindaci dei Comuni sul tema della tassazione locale e puntare maggiormente sul marketing associativo.
Non potrà poi mancare la massima attenzione alle piccole e medie imprese, vera e propria ossatura dell’economia locale, in particolare per il manifatturiero, appunto, puntando anche ad una maggiore integrazione con servizi innovativi nell’ottica di industria 4.0. C’è poi da lavorare sull’area di crisi Val Vibrata, con una presenza diretta nelle decisioni da prendere mentre sulla questione credito bisogna avviare un dialogo con tutto il sistema bancario e con il consorzio fidi Intercredit, per condividere un percorso di supporto alle imprese che vogliono investire, in modo da rimettere in moto l’economia provinciale.
Si vuole, poi, avviare un nuovo modello di contrattazione aziendale, una sorta di “contratto di territorio” e affrontare alcune problematiche legate a criticità con il mondo del lavoro come assenteismo, certificazione medica, Legge 104. Bisognerà fare un patto tra le imprese e la Regione per l’intercettazione dei fondi europei, potenziare l’export, attraverso il sostegno alle imprese e intensificare i rapporti con l’Università.
“Veniamo fuori da una profonda crisi che ci ha segnato ma insegnato molto”, ha detto il presidente, “investire, innovare, competere, rinnovarsi. L’identità industriale è il patrimonio di valori e di saperi da cui ripartire. Spetta a noi affermare la centralità delle imprese per tornare a crescere, dalla manifattura, all’industria delle costruzioni, dei servizi, del turismo. Siamo pronti a giocare la nostra credibilità dando il massimo”.