I casi di contratti (non solo per l’energia elettrica, ma anche per altre utenze, soprattutto il gas-metano) perfezionati in maniera non del tutto cristallina sarebbero diversi. Qualche denuncia per truffa e per falso, nelle ultime settimane, è stata presentata da alcuni utenti di Alba Adriatica, che sono finiti inconsapevolmente nella rete (a dire la verità sempre più fitta) dei falsi contratti, o perfezionati in maniera truffaldina. Molti dei nuovi utenti di Enel Energia, e comunque nei casi riscontrati ad Alba Adriatica, sono venuti a conoscenza di essere passati sotto l’egida un nuovo gestore solo successivamente con una lettera, con contestuale recesso dalla vecchia società. Chi è più scaltro (e più paziente), ovviamente, cerca di andare fino in fondo alla questione ed il più delle volte si accorge che la firma apposta al nuovo contratto di fornitura di energia bio-oraria è falsa. Il paradosso di tutta questa situazione, che solo ora con le prime denunce sta venendo a galla, è che i problemi per i clienti raggirati rischiano di trasformarsi in un aggravio di spese. L’attuale normativa, infatti, prevede che in caso di controversie tra gestore e utente, si possa ricorrere all’istituto della conciliazione obbligatoria solo in caso di contenziosi che riguardano le telecomunicazioni. L’autorità garante per l’energia, infatti, non ha ancora recepito la normativa e dunque in caso di contenziosi con la società che eroga l’energia elettrica, tranne sporadiche circostanze, nessuno aderisce alla conciliazione, perché non c’è nessun obbligo al riguardo. Risultato? Il cliente raggirato, se vuole far valere le sue ragioni, deve intentare una causa civile che è onerosa e non breve nella tempistica. E chi decide di tornare al vecchio gestore si trova nella necessità di sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura, e farsi carico delle spese.