Pronto l’intervento dei medici del reparto, ma da quel momento in poi non si è più ripreso. Il suo cuore ha cessato di battere poco dopo l’ultima crisi cardiaca. La Procura di Teramo ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’esame autoptico che verrà eseguito nella mattinata di lunedì all’ospedale San Liberatore probabilmente dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra. Bisognerà accertare le esatte cause del decesso e perché i medici dell’ospedale di Atri non erano riusciti a capire subito il malessere che aveva colpito il ragazzo. Aveva accusato dolori addominali. Era stato ricoverato per un’appendicite. Era stato persino operato, ma la sua appendice era appena infiammata. Durante il suo ricovero era stato colpito da ben 18 scariche diarroiche in meno di due ore. Con il quadro clinico che peggiorava, i medici avevano cercato di tranquillizzare la famiglia del ragazzo, preoccupata dello stato di Peppe che non migliorava affatto.
Era stato il fratello, Luca, ad ottenere il trasferimento nel reparto di rianimazione. Qui, dopo l’ennesima scarica di diarrea, il medico del reparto predisponeva un prelievo delle feci per accertare la natura di quelle scariche. Poco dopo l’amara sorpresa: Peppe era stato aggredito dall’Anisakis, un parassita che vive nelle viscere e nei tessuti del pesce azzurro. Il ragazzo si era completamente disidratato e le sue funzioni cerebrali erano praticamente nulle. Era ridotto ad uno stato vegetativo. Ma i familiari non hanno mai perso la speranza. Sino a questa mattina quando hanno avuto la notizia del decesso.
Peppe, come lo chiamavano gli amici, era stato a cena in un ristorante di Francavilla. Aveva mangiato pesce, in modo particolare alici marinate. Probabilmente quelle alici presentavano ancora il parassita che se aggredisce l’uomo, provoca violente scariche di diarrea, fitte addominali. Non è facile diagnosticare un’intossicazione alimentare da Anisakis. Ma sarebbe bastato un esame delle feci, eseguito troppo tardi e con uno stato di disidratazione ormai irreversibile, per accertare la natura di quel malessere che aveva aggredito Peppe Piccioni.
All’obitorio dell’ospedale di Atri gli amici hanno fatto la fila. Ma potranno salutare per l’ultima volta quel ragazzo sempre con il sorriso sulle labbra e gran lavoratore solo dopo l’autopsia.
Lino Nazionale