A salutarla per l’ultima volta i suoi affetti più cari, le sorelle Pina e Marilena, il fratello Paolo e il figlio David, ma anche tutti i suoi parenti ed amici, che si sono stretti con grande commozione al dolore della sua famiglia.
Su tutti il sottile pensiero della morte di Adele, una morte ricordata anche dal parroco, che, nella sua omelia, ha più volte ribadito come nessun uomo sia realmente in grado di giudicare un altro uomo. “L’importante è che Adele sia stata perdonata dal Signore, il resto non conta”, quasi a voler ricordare che non c’è ragione alla base degli eventi che hanno portato all’uccisione della donna.
Fuori, tutti ricordano il triste passato di Adele, scritto anche tra le righe di un epitaffio lasciato sul sagrato della chiesa dai fratelli e dalla nonna della Mazza, che recita: “Adele, non sei stata fortunata nella vita, ma ti abbiamo voluto bene e te ne vorremo sempre”.
Le signore che attendono fuori il feretro ricordano la barbarità della sua morte, “che nessuno meriterebbe mai, nemmeno nel peggiore dei casi”. All’interno della chiesa, il parroco ribadisce che tutto è ormai giunto a conclusione, riferendosi con queste parole alla difficile vita della donna, segnata dalla prostituzione e dalla droga. Un percorso che, ciononostante, nessuno avrebbe dovuto mai giudicare in maniera così feroce.
Accompagnata dai fratelli per l’ultimo viaggio, la salma di Adele Mazza è stata poi sepolta a Ioanella, il paese di origine della donna, dove Adele ha vissuto forse gli anni più puri e felici della sua breve esistenza. Accanto a lei, come quando erano bambine, una sorella particolarmente commossa, la stessa che, la mattina dello scorso 6 aprile, ha riconosciuto i brandelli del corpo di Adele da alcuni tatuaggi e da una fasciatura.
Tania Di Simone
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